mercoledì 8 maggio 2013

Realtà. Invenzione. Entrambe le cose.


Realtà. Invenzione. Entrambe le cose.

Premetto, come sempre, che tutto ciò che scrivo non è assolutamente fondato su alcun tipo di nozione scientifica o qualsivoglia studio approfondito o superficiale di materie umanistiche, scientifiche, storiche, geografiche eccetera. Premetto, come sempre, che tutto ciò che scrivo è solo ed unicamente frutto della mia riflessione personale, della mia esperienza personale, della mia visione allucinata e lucida delle cose. Premetto, come sempre, poi smetto di dilungarmi sulla descrizione approfondita della mia ignoranza globale, che tutto ciò che scrivo è pura immaginazione, pura teoria. Premetto però che tutto ciò che scrivo, seppur privo di ufficiali fondamenti nozionistici è pur sempre un grande ed infinito pozzo di scoperta per tutti gli uomini che vivono la loro vita da spettatori, da impotenti eroi, da individui privi di fantasia o di coraggio nell'espressione della fantasia.

Come già scrissi sul mio blog, la mia esistenza minima e priva di bagliori folgoranti, si è sempre svolta giorno dopo giorno immersa nella foga impetuosa delle domande, delle riflessioni, delle analisi, delle ricerche del mio cervello mai pago. Come già scrissi sui miei diari dell'adolescenza, la mia esistenza minima e priva di bagliori folgoranti, si è sempre svolta giorno dopo giorno, tagliata fin nella carne dalla morte di mio padre, affogata e dilaniata dalle questioni insolute che mai sono state in grado di aiutarmi nel mio cammino. Domande, riflessioni, analisi, ricerche, questioni insolute sono l'ombra della figura che ogni minuto proietto e porto con me, passo dopo passo, nella vita di ogni giorno e nella vita che immagino. Realtà che si alternano tra loro, emozioni che si contrastano tra loro, paure che si incatenano tra loro, vittorie che si ergono da tutto questo. Se tralasciassi per un istante tutto questo sarei un semplice uomo che calpesta il mondo, in quel breve lasso di tempo che gli viene concesso, tentando invano di mettere i piedi fuori dalla strada che gli è stata spianata, finendo i miei giorni nell'angolo insulso messo lì dal destino. Se tralasciassi… Ma mai ho tralasciato. Mai ho tralasciato la poesia sprigionatasi davanti al cielo stellato della notte, così come mai ho tralasciato la curiosità davanti alla figura umana che mi porto dietro, alla figura umana che tutti gli altri mi portano davanti.

Questo sono sempre stato io. Questo sono sempre stato io ogni minuto misero, ogni attimo glorioso. Questo sono sempre stato io e questo ho sempre scoperto io in ogni mio simile.

Confronti, paragoni, misurazioni, ripensamenti, decisioni. Uomo io tra gli uomini. Mostro io tra mostri. Dio io tra le divinità.


Ben pochi deliri voglio aggiungere in questo mio breve appunto sulla vita, ben pochi voli della mente descriverò in questo caso, ben poco di ciò che alimenta la mia fantasia sterminata stenderò qui. Verità e concretezza piuttosto saranno vive e rigogliose in questa sede. Verità: aperture intime della mia anima da sempre tenuta nascosta, descrizioni deplorevoli del mio comportamento multiplo saranno la costante che regola le mie parole nei prossimi minuti. Concretezza: rivelazioni sconosciute e universali dell'essere umano figlio della propria immagine proiettata, teorie inconfutabili sull'essenza della natura degli uomini nudi di fronte a sé stessi, saranno il fine delle mie parole nei prossimi minuti.

Noi tre. Noi Tre. Noi… tre? Così inizia il percorso da intraprendere con me, così inizia il cammino del lettore che decide di gettare ogni convinzione per ascoltare un nuovo concetto di vita. Così inizia la mia vita nell'istante in cui la scopro, in cui si rivela, in cui la comprendo, in cui si spiega. Noi tre.

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