giovedì 14 novembre 2013

Musica Maestro!

Ogni tanto ci vuole. Ogni tanto. Ma giusto ogni tanto. Autocelebrazione. Oggi faccio questo: autocelebrazione. Inizia il 31 ottobre del 2013 la mia nuova avventura musicale, inizia da un giorno all'altro senza preavviso, inizia e d'un tratto mi scaraventa a tremila chilometri orari verso una destinazione ignota. Credevo di aver fatto tanto, credevo di aver fatto quasi tutto ed invece non avevo ancora fatto un programma mixato in radio. E che radio! A volte dimentico di lavorare da molti anni nella prima radio della città di Roma. A volte certe cose invece me lo fanno ricordare. Oggi ascolto la terza puntata di Rhythmic History in diretta su Dimensione Suono Roma. A casa, sul divano, con le mie mille idee in testa e qualche decina invece presenti davanti a me. Emozionante.

mercoledì 23 ottobre 2013

La vita si scarta.

La vita è fatta di tanti giorni che si scartano come sorprese. Nessuno di noi può sapere se stiamo scartando l'ultima sorpresa o soltanto la prima di una lunga serie.

giovedì 3 ottobre 2013

si parte!

Ecco che sulla preparazione della valigia può esplodere un mondo di polemiche, consigli, strategie, teorie e chissà cos'altro, da far impallidire i più grandi scienziati e psicologi. Quando si deve partire si prepara il bagaglio e per ogni occasione c'è tutto uno studio metodico.

Io per esempio faccio la valigia con una settimana di anticipo. Comincio sette giorni prima della partenza a studiare l'abbigliamento necessario, poi inizio a metterlo da parte per non usarlo a ridosso della partenza, poi faccio una lista di carta scritta a penna da tenere sulla pila di vestiti, poi il giorno prima di partire faccio il check. Altri per esempio fanno la valigia rigorosamente il giorno prima di partire, magari la selezione di ciò che vogliono portare la studiano mentalmente. Alcuni fanno la valigia senza nemmeno pensarci, assidui viaggiatori. Mille modi di preparare il proprio bagaglio possono stupire ed incuriosire tutti noi, quando ci confrontiamo su questo tema. Dividere il bagaglio in due parti, uno destinato a rimanere a mano, a portata, pronto per l'uso, l'altro destinato ad essere stivato.
Che sia vacanza o lavoro, ognuno prepara le cose che sembrano indispensabili: asciugacapelli, paia di scarpe, pigiami, guanti, costumi, accappatoi... Libri. Siamo tutti in preda a piccole crisi di panico o di identità quando dobbiamo fare la valigia prima di partire. Ci facciamo assediare le mura di cinta della mente da domande ed ipotesi varie sull'utilità di ogni oggetto.
Noi abituati a non farci mancare nulla dobbiamo decidere attentamente cosa eliminare dalla lista delle priorità e cosa inserire nell'elenco delle necessità. Facciamo un balletto di ipotesi e riflessioni che a volte ci aiuta anche a capire meglio il nostro stile di vita, il nostro modo di accontentarci, il nostro universo materiale. Balliamo quel po' che ci rende elettrici mentre accatastiamo i nostri trofei di consumo per poi adagiarli nella valigia.
Viaggiatori occasionali o incursori smaliziati del mondo, camminatori timorosi o disegnatori di sentieri, comodoni e poltroni da villaggio turistico o avventurieri curiosi ed instancabili. Noi siamo tutto questo e molto più. Ogni viaggio che ognuno di noi compie nella propria vita ha il sapore di emozione, di febbricitante scalpitìo. Noi siamo tutto questo e molto più!
Carta di viaggio alla mano, senza riserve, intraprendiamo ogni viaggio che programmiamo o che altri hanno impacchettato per noi. Soldi alla mano iniziamo, senza riserve, ogni conquista momentanea di territori che abbiamo selezionato o che altri hanno ipotizzato per noi.
Siamo tutti piccoli Colombo che a bordo del proprio vascello solcano mari sconfinati per approdare dove sembra che nessuno sia mai stato prima. Siamo tutti piccoli Galilei che si illuminano davanti alla rotondità di un pianeta che ci fa girare.
E via il caricabatterie, lo spazzolino, il dentifricio, poi via anche tutto il resto del beauty case, di seguito il vestito buono per la sera che vogliamo essere belli, sotto mettiamo la maglietta per dormire e quelle altre per stare di giorno, poco impegnative. Di lato le scarpe, le scarpe che hanno vinto il concorso del compromesso tra "volume che occupano in valigia-resa agli occhi stranieri-abbinamento con vestiario selezionato".
Io adoro fare la valigia! Adoro quel senso di organizzazione che mi nasce dentro quando le mie ipotesi si annullano, si confrontano, si descrivono in formule matematiche. Fare la valigia per noi esseri umani "normali" è il momento più bello di tutto il viaggio! Fare la valigia per noi esseri umani è come "Il Sabato Del Villaggio"!
Vacanze invernali, vacanze estive, soggiorni premio, viaggi di lavoro, fughe d'amore... Tutti ci trasformiamo in frizzanti esserini che si coccolano nello scegliere le proprie indispensabili cosette.
Per non parlare della tecnologia poi... Potrei aprire un capitolo a parte solo per dipingere la follia cubista che avvolge la mente malata di quei "tecnolomani" che in vacanza, per una settimana, non si fanno mancare computer portatili, navigatori, tablet, bussole ad energia atomica... Lampade a lava....
Si controlla il peso della nostra opera d'arte sulla bilancia di casa per non rischiare di eccedere (mai una volta che la bilancia di casa indica il peso che poi ci vediamo sbattere in faccia al check-in) e poi si va via di casa. Ultimo controllo nelle tasche per evitare che suoni tutto l'armamentario anti terrorismo, ultima riflessione mentale per ricordare se l'acqua è stata chiusa, se il gas è stato chiuso, se le serrande sono state chiuse, se la porta è stata chiusa... insomma l'ultimo controllo sulla soglia di casa è per assicurarsi che partendo ritroveremo tutto quello che lasciamo, lì dov'è. E via!
Alla grande, il nostro viaggio inizia nel migliore dei modi! Valigia iper controllata, orario perfetto e mille-mila pensieri e speranze!

Noi. Questo siamo noi. Noi che una casa ce l'abbiamo. Noi. Noi che un ritorno ce lo siamo programmato pur facendo i conti con quel senso di evasione che sempre ci accompagna in viaggio. Noi.

Non loro... Non loro che hanno lasciato tutto quel poco che avevano su quella maledetta spiaggia, di notte, mentre dubbi al posto di speranze e aspettative tagliavano loro la voce in gola. Non loro. Noi ma non loro. Niente bagaglio, niente valigia per loro, niente pezzetti irrinunciabili da tenere al seguito. Noi. Non loro. Buttati come animali da macello sulla zattera del mattatoio con nessuna carta di viaggio in mano o in tasca. Noi. Non loro. Loro sono morti senza il caricabatterie, senza asciugacapelli, senza crema antirughe. Morti.

Loro hanno messo nel loro bagaglio solo e soltanto la loro vita disperata che non vale nemmeno un caricabatterie. Loro hanno messo nel loro bagaglio solo e soltanto la loro vita disperata che non vale nemmeno un asciugacapelli o un vestito buono, e l'hanno pure perso.

Partire senza valigia significa partire senza nulla da riportare indietro perché tutto quello che avremmo potuto voler riportare indietro non vale di più di una speranza senza fondamenta.

lunedì 2 settembre 2013

La Legge è (più o meno) Uguale Per Tutti

Bloggare sul concetto dell'inesistenza di una reale manifestazione o applicazione della giustizia superiore ad ogni essere vivente è inutile, anacronistico, noioso, banale e pure poco furbo. Infatti non lo farò. Bloggare sul concetto dell'inesistenza di una reale manifestazione o applicazione della giustizia superiore ad ogni essere vivente in questo frangente (per non dire periodo) di storia italiana poi è ancora più inutile, anacronistico, noioso, banale e decisamente non furbo. Diciamo che la faccenda ridicola di Berlusconi ha monopolizzato i media, massacrato un vasto numero di organi riproduttivi maschili e gettato, agli occhi degli osservatori internazionali, tonnellate di spazzatura sul popolo italiano. Nessun commento in merito farò in questa sede se non esprimere velocemente che ritengo penoso anche solo che si sia discusso di fare eccezioni in merito al suo allontanamento dalla scena politica del paese.
Quindi visto che bloggare sul concetto dell'inesistenza di una reale manifestazione o applicazione della giustizia superiore ad ogni essere vivente è quello che non ho intenzione di fare, vorrei solo soffermarmi un istante su quello che potrebbe essere il motivo, o uno dei motivi, per cui la giustizia teorica non trova praticamente mai applicazione nella vita e nella società degli uomini. Tutti noi possiamo essere osservatori ed in certi casi, rimanendo qualche istante fermi a pensare, possiamo sviluppare delle teorie. Farò questo... Faccio questo: Teorizzo sul più e sul meno. Teorizzo per puro diletto personale. Trovo sciocco sprecare riflessioni senza concedere loro un minimo di importanza o la possibilità di rendermi un pochino più evoluto di uno scarafaggio che reagisce agli stimoli.

Perché la legge che gli uomini si sono sempre sforzati, si sforzano di scrivere, sembra essere solo un buon proposito e nulla più? Perché gli uomini hanno sempre parlato e parlano di leggi e di giustizia come concetti astratti, relegandoli in quei polverosi scatoloni mentali che parcheggiano insieme a speranze e sogni che nessuno ha mai realizzato? Perché la cultura popolare insegna proverbi tipo "San Giusto è morto impiccato"? Perché i giusti sono da sempre martiri? Perché non si scardina in nessun modo questa potenza che combatte e vince da sempre, che inesorabilmente sconfigge la giustizia?

La mia riflessione:

La risposta a tutte queste domande è semplice. La risposta a tutte queste domande è semplice e tutti la conoscono. La risposta a tutte queste domande è semplice e tutti la conoscono, ma nessuno vuole gettare la spugna accettando che sia incontrovertibile. La risposta c'è. La spiegazione al fatto che gli uomini siano incapaci di vivere in una condizione di giustizia generale c'è ed è tanto ovvia quanto facile. 

La mia teoria:

La risposta è che la giustizia teorica, depositata nel nostro intimo intelletto, non esiste, non può esistere e quindi resta presente nella filosofia dell'uomo, come una costante, resta presente nella filosofia dell'uomo proprio perchè fa parte di quei concetti irraggiungibili che l'uomo insegue da sempre. L'uomo insegue ciò che non può raggiungere. L'uomo insegue ciò che non può raggiungere, ciò che idealizza. L'uomo arde dentro di un fuoco infernale, alla ricerca di tutto ciò che non trova a portata di mano per saziare quella fame e quella sete di supremazia. 
L'uomo è l'animale alla conquista del mondo che ha sempre dimostrato avidità, quell'animale innaturale, quell'animale sovrannaturale che riesce a ribellarsi alle basiche leggi della natura, quell'animale superiore per ingegno a tutti gli altri, quell'animale che non si è mai preoccupato di comprendere i meccanismi che regolano i meravigliosi equilibri della natura se non per approfittarne. L'uomo è quell'animale straniero che popola la terra senza averne diritto, senza essere accettato, senza meritarlo.

Questa è la mia risposta alla domanda, alle domande, ai dubbi sull'utopia della giustizia teorica. 

Come può l'individuo umano rispettare il macrocosmo e sacrificasi nel suo rispetto, quando il proprio egoismo ne annulla l'infinito senso di maestosità per soffocarlo con la forsennata ricerca di soddisfazione di quelle necessità banali gridate dal proprio microcosmo? L'uomo non ha giustizia perché dentro al proprio spirito non ne vuole. L'uomo brama la giustizia, si batte per averla, soffere, rinuncia, muore in nome della giustizia ma solo per ostentare la propria forza. Non può esistere giustizia dentro uno spirito affamato, non può saziarsi la fame di uno spirito instabile. Non c'è meraviglia che incanti gli occhi chiusi di un uomo che vive per se stesso, per il potere di essere e mostrarsi. Non esiste meraviglia che incanti gli occhi chiusi, stretti con forza. Mai sarà giustizia nell'uomo... solo convenienza e accomodazioni.

E' il potere. Il potere che alcuni individui ricevono o si arrogano che ci rende competitivi oltre ogni forma di rispetto. Senza il bisogno di potere saremmo un grande oceano limpido che onda su onda, goccia su goccia, splende sotto la luce del sole. Il potere... ma questa è un'altra storia...



Colonna sonora:
Stardust - Music Sounds Better With You
The Supermen Lovers (feat. Mani Hoffman) - Starlight
Modjo - Chillin
Modjo - No more tears
Daft punk - club soda
Aerodynamic-Daft Punk
Robert Miles - Children
Robert Miles - Children
Nightcrawlers - Push The Feeling On (****)
Sonique It Feels so Good
Modjo - Lady (Hear Me Tonight) 
Mike Oldfield - Muse
Ludovico Einaudi.

martedì 27 agosto 2013

Attenti al lupo

C'era una volta Lucio Dalla che cantava le canzoni della musica italiana. Un giorno Lucio Dalla e Ron decidono di mettere giù "Attenti Al Lupo", perché per chi non lo sapesse "Attenti Al Lupo" l'ha scritta Ron.
Quel giorno (in TV c'era Fantastico 11 presentato dal Pippo Nazionale Baudo "l'ho inventato io") la canzone arrivò nelle case degli italiani e poi pure nelle classifiche.
Chi mai avrebbe scommesso il contrario??
Sono così ventitré anni oggi che gli italiani, di ogni età, associano il concetto di fare attenzione al lupo come metafora del pericolo generico ed astratto alla canzone di Lucio.
Attenti Al Lupo...
Eppure mi sembra di non vedere una grande attenzione al lupo da parte di nessuno. Eppure mi sembra di vedere un grande senso di superficialità da parte di tutti i cittadini dello Stivale. Forse Lucio voleva farci comprendere un senso del pericolo più vasto di quello facilmente riconducibile all'animale carnivoro e predatore. Forse noi non l'abbiamo capito.
E' importante stare attenti ai lupi ogni minuto. E' importante riconoscere i lupi che si cela no dietro le facce umane accondiscendenti di chi ogni giorno ci propina la solita vita. E' importante stare sempre in guardia.
"C'è una casetta piccola così" su cui vogliono farci pagare l'IMU... ma la casa dovrebbe essere un bene di nessuno che copre l'esistenza di un individuo senza conferire pretese economiche...
C'è sempre l'uomo che torna tardi dal lavorare... il lavoro non deve mai essere un sacrificio....
Troppe cose... Troppe.

mercoledì 14 agosto 2013

Luce o amore

Il velo di seta di uno sguardo fugace si posa sulle spalle scoperte ed attraenti della bellezza. Solo pochi istanti. Solo pochi istanti si sofferma prima di essere soffiato via dal vento della passione saziata. Nessuna bellezza fine a se' stessa, seppur infinita, ha mai saputo trattenere poco più che semplici sguardi o attenzioni sommarie, appena appagate infatti, esse spariscono.
Le spalle della bellezza nascosta invece celano il sudore della meraviglia sconfinata e dell'impegno che vengono da dentro, schivano qualsiasi sguardo superficiale per catturare, un'unica volta, la profondità della vista completa. La vista dell'amore. La vista dell'amore non teme di venir accecata dall' inconsistenza della bellezza bensì ammutolisce ogni bagliore per accendere l'unico lume eterno. L'unico lume che sarà la guida per una vita intera e oltre.
A lungo ho ceduto alla debolezza dei miei sguardi illudendomi di vedere quello che soltanto adesso riconosco di poter contemplare e ammirare. 
Non potrei mai amarti solo per la tua bellezza. Io ti amo perché il tuo infinito brillare risplende da dentro. Se l'amore è la luce della vita tu sei la mia piccola candela da proteggere, intima. Io ti amo perché non temi sudore, non temi le mani sporche, non temi di mostrare la tua totale devozione, consapevole del mio totale rispetto.

Continua...

martedì 6 agosto 2013

troppe cose

Avrei troppe cose da dire oggi, così come avrei avuto troppe cose da dire ieri o l'altro ieri. Sempre troppe cose il mio corpo nudo seduto sulla sedia reinventata avrebbe da dire. Forse un giorno le dirò, forse no, forse in parte... Ora solo muscoli indolensiti e cervello affaticato. sderedde.

giovedì 1 agosto 2013

Ciao Silvio, ora vai a fanculo!

Ho sentito parlare di politica e magistratura per una vita, ho sentito parlare di strategie politiche e favoritismi e strumentalizzazioni della magistratura per una vita, ho sentito parlare politici e magistrati per una vita. Poi ho sentito un giudice parlare di un politico ed il concetto era "condanna".

Oggi, primo agosto 2013 ho solo una parola che mi campeggia nella testa "condanna". Silvio Berlusconi, dopo 20 anni di esistenza dubbia nella mia mente è finalmente stato illuminato dalla luce della giustizia ed è diventato ufficialmente un criminale condannato. Silvio Berlusconi è stato condannato oggi a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Non è stato condannato per aver scopato con una minorenne per soldi, ma per frode fiscale, per tradimento del paese che vorrebbe rappresentare, per furbizia fraudolenta. Silvio Berlusconi è ufficialmente un criminale finalmente!

Da oggi in poi non voglio più sentire esseri umani che difendono la condotta di quest'uomo che per anni è stata improntata sulla propria difesa personale a discapito della verità e della trasparenza. Da oggi in poi non voglio più parlare con chi tenta di difendere un uomo che ha rubato al paese Italia la dignità, la serietà, la volontà di fare bene. Da oggi in poi Silvio Berlusconi è un pregiudicato e chiunque tenti di scagionarlo per me sarà bandito dalla definizione di "essere pensante".

Ciao Silvio, ora vai a fanculo nella tua villa di merda fatta di sangue e sudore e non farti più vedere, cerca pure un fantoccio che possa prendere il tuo posto di pagliaccio, io stasera brindo alla vittoria della giustizia perché raramente la giustizia alza la testa davanti alla prepotenza della forza economica.

Ciao Silvio, ora vai fanculo nella tua villa di merda da solo (non come un cane perché i cani hanno molta più dignità di te) che noi abbiamo da fare, molto da fare per ritornare ad essere un popolo, un paese, una realtà rispettabile.

Spero solo che la popolazione italiana possa comprendere la differenza tra chi ruba e chi non vuole rubare...

domenica 14 luglio 2013

Negro

Perchè non sono nato negro? Io voglio essere negro! Io non ce l'avrò mai quel ritmo, quell'armonia. Perchè non sono nato negro? Che ritmo... che vita... che forza... che sensualità... Sono un bianco ridicolo...

lunedì 1 luglio 2013

firefighters

Non ho ancora approfondito molto la notizia. Ho solo appreso che in Arizona una squadra speciale di pompieri è stata sterminata durante una missione. Un incendio particolarmente pericoloso che bruciava da alcuni giorni vicino a Phoenix. Centinaia le case distrutte, persone evacuate.

19 vigili del fuoco, sono intervenuti e sono morti.

La notizia è sconvolgente.

Il coraggio di pochi eroi che si spegne contro un nemico imbattibile. Il coraggio di pochi eroi che ogni giorno vince battaglie ma che una sola volta perde tutto.

E io? Io resto scioccato da questo episodio ma soprattutto crollo come un povero idiota davanti alle emozioni che mi provoca. Diciannove eroi, pronti a morire ogni giorno, così come centinaia dei loro colleghi. Ed io? Ed io che sbuffo, mi lamento ogni giorno per un minimo di fatica che devo fare per mantenere quella mia vita invidiabile.

Forse già il fatto di riconoscere la mia piccolezza umana è un bene, ma di certo il fatto di riconoscerla mi rende consapevole di essere un piccolo, minuscolo, inutile uomo ottuso e limitato chiuso dentro il barattolo dell'autoconservazione...
Dovrei fare molto ma molto di più che il dj...

lunedì 24 giugno 2013

Bello e bravo

E' che io vorrei essere bello e bravo. Quanto vorrei essere bello e bravo! Che darei per essere bello e bravo...
Ma più di così??
Già! Più bello e più bravo di così!

mercoledì 19 giugno 2013

ninna nanna.

E' ora di dormire. Domani mattina devo alzarmi presto, fare colazione, lavarmi, vestirmi e poi conquistare il mondo. Meglio presentarsi all'appuntamento svegli, freschi e riposati. Sai com'è, non si sa mai, magari c'è da risolvere qualche imprevisto...
Non dovrei metterci molto, credo che per le 18.00 avrò finito e sarò il padrone incontrastato del mondo. Magari entro il weekend avrò già conquistato pure tutta la Galassia. Poi da lunedì vediamo che esce fuori.
Se qualcuno avesse consigli sono ben accetti, anche se tanto sono capoccione e faccio sempre come dico io. Uscirò con un sorriso e farò l'occhiolino. Mi sembra il modo migliore per conquistare, no?

saluto per Luca!

Stasera è passato Luca a bordo della sua stazione orbitante, proprio "davanti" alla finestra di casa. Ciao Luca! Sei un grande!!

lunedì 10 giugno 2013

Oggi butterei via tutto.

Ci sono dei giorni in cui mi sembra di aver vinto la coppa del mondo di tutti gli sport esistenti. Ci sono dei giorni in cui mi sembra di essere arrivato ultimo pure alla gara di lancio del nulla cosmico. Oggi sono decisamente arrivato ultimo alla gara di lancio del nulla cosmico. Non solo, non mi va proprio nemmeno di fare niente, nemmeno un minimo sforzo per riscattarmi. Oggi resto qui và... meglio così.

lunedì 3 giugno 2013

I miss

Mi manca un po' quella notte da buttare dietro la paura e la corsa in macchina.

lunedì 27 maggio 2013

Confronto... e passione?


Il confronto è senza ombra di dubbio l'unico veicolo che il nostro spirito può usare per

crescere. Non credo proprio che ci siano altri modi di capire, crescere, sviluppare, migliorare,

avanzare, inventare o comunque vivere una vita evolutiva senza il confronto. Confrontarsi

con chi ci sta intorno ci rende sempre maggiormente consapevoli di noi stessi, della realtà dei fatti, di ogni realtà temporale, rispetto ad un parziale o totale isolamento, rispetto ad una chiusura intimistica. Confronto... anche scontro a volte. Confronto... anche rivelazione a volte. Confronto... anche delusione, anche nutrimento dell'autostima a volte. Confronto volontario o casuale, sostenibile o fastidioso. Confronto da risultati immediati o confronto da risultati graduali...
"Ricordo molto bene che una volta la passione ce l'avevo e pure bella potente... Non so cosa

le abbia fatto le scarpe nel tempo. Rimane lì per ora, saltuariamente si affaccia,

saltuariamente..." Questo oggi è il mio pensiero a seguito di un qualsiasi rapido confronto all'apparenza semplice.

Una fotografia di me ora ed una fotografia, neanche troppo sbiadita di me, risalente ad una

decina di anni fa, oggi sono scoppiate davanti ai miei occhi, messe a confronto in un lampo di autoanalisi scaturita da una conversazione di pochi minuti. Al di là dell'aver lasciato alle

spalle i miei capelli lunghi e lisci fino alle spalle, di aver ammucchiato qualche centimetro

attorno alla pancia, di aver consumato larghe fette di cervello dietro ai miei esaurimenti, le

due fotografie che ho guardato sono profondamente diverse. A vederle da spettatore

ignaro di certo non dubiterei di osservare due persone distinte. A vederle da

protagonista principale, pur avendole viste evolversi giorno dopo giorno allo specchio, faccio

fatica a trovare dei collegamenti, fossero anche grossolani.

Come facevo ad essere così diverso da ora? Se ci penso mi sconvolgo. Ero solo un illuso

all'ora, oppure sono esageratamente arido adesso ? La passione dove l'ho persa? La passione

ce l'avevo e pure bella potente... Non so cosa le abbia fatto le scarpe nel tempo. Rimane lì

per ora, saltuariamente si affaccia, saltuariamente... La passione di un tempo mi trainava

come il giogo di un cavallo, stretta tra i denti mi trainava, mi trascinava con una forza

mostruosa in ogni istante. Quella passione di un tempo era tutta la mia energia, era la materia prima della mia anima vigorosa senza paura e senza concetto di limite. La passione ce l'avevo e pure bella potente... Non so cosa le abbia fatto le scarpe nel tempo. Rimane lì per ora, saltuariamente si affaccia, saltuariamente... Indebolita ora resta quasi solo un mite soffio di vento che cerca di soffiare alle mie spalle.

Credevo di poter fare qualsiasi cosa con la passione della mia adolescenza ed ho corso per

molto tempo verso i miei sogni ed i miei ideali come se fossero mète facili da raggiungere.

Credevo di poter scavalcare qualsiasi ostacolo con la passione della mia adolescenza ed ho

corso e saltato per molto tempo verso i miei sogni ed i miei ideali come se fossero mète

facili da raggiungere. Senza esitazione mai, senza paura mai, solo onnipotenza interiore e convinzione cavalcavano la mia schiena in corsa. Ebbene ho raggiunto molte mète, concretizzato e dimostrato svariati ideali senza fatica a volte e con sacrifici altre. Energia, tenacia, fortuna, tecnica ma soprattutto passione nella mia vita sregolata, sono sempre state le armi del  successo, del mio fallimento, della mia grandezza, della mia ridicola esistenza.
Ora? Perché ho smesso di correre così?
Ora non mollerei mai le piccole certezze del mio presente per cercare l'avventura. Per trovarla con la certezza di una volta. Ora non avrei di certo il coraggio di puntare tutto su un numero solo, avendo del tutto smesso di giocare. Ora non sarei proprio capace di andare a dormire la sera senza essere sicuro di sapere cosa troverei il mattino successivo.

Perché? Dove ho smarrito la passione che mi ha fatto mollare mille strade per mille direzioni

sconosciute senza esitare nemmeno un minuto? Dove ho lasciato affievolire la passione che

una volta mi rendeva invincibile? Perché una volta raggiunte certe mète mi sono seduto e lasciato abbandonare nella gabbia della pigrizia, buio tunnel del compromesso?
Mi fermo qui... Basta per oggi...


nemmeno rileggo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

lunedì 13 maggio 2013

niente supereroi

non è mica detto che si debba raggiungere la vetta della montagna dopo averla scalata a mani nude per essere fighi... a volte basta fare un paio di piani in ascensore.

venerdì 10 maggio 2013

Uomini


Gli uomini di sesso maschile sono gli individui della società umana che nella storia dell'umanità hanno sempre rappresentato il potere, la gestione della forza fisica e politica, la predominanza, la capacità decisionale. Uomini: inteso complessivamente come specie umana ma in questo senso specificando in maniera decisa il genere maschile. Tutt'oggi appare ovvio infatti che la figura maschile, proiettata nella società, è il simbolo della detenzione del comando, della lucidità incontrastabile, dell'organizzazione gerarchica severa, dell'onore e del senso di  sottomissione. L'uomo è il cacciatore per antonomasia, l'uomo è protettore di ruoli e beni, l'uomo è costruttore e inventore, l'uomo è legislatore. l'uomo è il sesso forte tra gli unici due sessi esistenti pur essendo palesemente la figura meno adatta per detenere l'ordine ed il comando, ma l'uomo è solo quello stereotipo idealizzato dell'individuo o della specie che l'umanità ha avuto la necessità di consacrare in funzione della teorica solidità sociale. Nella realtà dei fatti l'uomo non è assolutamente nulla di tutto questo. Anzi… nella realtà dei fatti l'uomo è l'esatto contrario di tutte quelle classiche virtù che gli vengono attribuite. 
Ben pochi uomini nella storia hanno saputo gestire la propria figura di leader, ben pochi uomini nella storia hanno saputo disegnare linee guida indelebili nel cammino evolutivo dell'umanità. Ben pochi uomini nella storia sono stati in grado di manifestare le canoniche doti descritte prima, vivendo una vita di esempio di quella che è la grandezza umana. Ben pochi. Ben pochi uomini nella storia hanno saputo gestire la propria figura di leader che si sono arrogati o che la sorte ha scelto di conferire loro. Uomini? Cacciatori? Prodi guerrieri? No… A guardarli attentamente gli uomini tutto sembrano meno che gloriosi. Uomini? Maschi semmai. Inetti, prepotenti, violenti, esibizionisti, egoisti, egocentrici, ottusi… uomini… Il maschio della società umana non è altro che la manifestazione della voglia innata dell'individuo umano di affermare le proprie misere condizioni di vita alla collettività, di giustificare i propri capricci e le proprie lacune, per trarre vantaggi materiali che favoriscono la propria vita di altrimenti segnata da insoddisfazioni. Il maschio della società umana è la summa dell'istinto basico e primordiale mischiato alla capacità di pianificare strategie analitiche, ipotetiche evoluzioni della realtà, fantomatiche conclusioni di pensieri. Il maschio della società umana è l'aberrazione dell'essere civile che cede gran parte della propria identità e del proprio talento in cambio del proprio tornaconto a discapito della collettività. Il maschio della società umana è l'individuo sbagliato tra i due individui presenti nella società umana. 
Noi maschi desideriamo, noi maschi delimitiamo, noi maschi minacciamo, noi maschi decidiamo e poi ci scateniamo. Questa è la verità. Ben pochi uomini nella storia hanno saputo fuggire da tali gabbie mentali che sbarrano l'evoluzione pacifica per coltivare l'evoluzione globale.

Gli uomini maschi della società umana sono solo elementi di ostacolo per la crescita sociale, essi provano innata gelosia, innato livore, innata competizione, innata cattiveria che li porta ad essere carnefici di sé stessi in quanto assassini di vite sommariamente giudicate minacciose. Nelle religioni mondiali della storia nessuno mai ha avuto il coraggio di stravolgere quello strapotere che i maschi si sono da sempre arrogati. Nelle competizioni politiche ed economiche della storia dell'umanità nessuno mai ha saputo scardinare la fallocrazia distruttiva che sempre ha funestato la pace tra i popoli. 
Sporadici esempi di protagonismo femminile nella storia dell'umanità hanno solo confermato la regola assoluta che il maschio si prende con la forza il potere di decidere e di amministrare e poi di comprare e vendere la vita ed i beni di chi inerme soccombe alla prepotenza delle mille armi usate.
Uomini… Guerre, pressioni, principi e re messi a confronto senza arbitri leali. Uomini… violenze ed egemonie, cardinali e papi messi a confronto senza giudici supremi. Uomini… I maschi della società umana sono vincolati dal loro stesso "Io" basico, dalle forze innate ed istintive che giacciono in quell'ombra oscura ed impossibile da illuminare del loro intimo gene possessivo. I maschi della società umana sono rinchiusi insieme con il loro "Io" nella prigione putrida della voglia di affermare l'ego a danno degli altri individui. Guerre tra paesi e guerre tra individui ogni giorno vengono combattute dagli uomini, violenze domestiche, violenze sociali ogni giorno presentano il conto. Violenze di uomini contro altri uomini ogni giorno confermano tale regola brutale. 

Di fronte a tutto questo io resto basito. Di fronte a tutto questo io resto folgorato. Di fronte a tutto questo io resto costantemente in bilico sulla linea della decisione di desiderare fortemente l'estinzione umana o di impegnare il resto della mia vita alla ricerca di una correzione, se pur minima, di tale malattia.

Anche qui parte di me se ne frega, altra parte se ne interessa e l'ultima parte gestisce comportamenti di entrambe le altre parti che si alternano. Noi Tre.

mercoledì 8 maggio 2013

Realtà. Invenzione. Entrambe le cose.


Realtà. Invenzione. Entrambe le cose.

Premetto, come sempre, che tutto ciò che scrivo non è assolutamente fondato su alcun tipo di nozione scientifica o qualsivoglia studio approfondito o superficiale di materie umanistiche, scientifiche, storiche, geografiche eccetera. Premetto, come sempre, che tutto ciò che scrivo è solo ed unicamente frutto della mia riflessione personale, della mia esperienza personale, della mia visione allucinata e lucida delle cose. Premetto, come sempre, poi smetto di dilungarmi sulla descrizione approfondita della mia ignoranza globale, che tutto ciò che scrivo è pura immaginazione, pura teoria. Premetto però che tutto ciò che scrivo, seppur privo di ufficiali fondamenti nozionistici è pur sempre un grande ed infinito pozzo di scoperta per tutti gli uomini che vivono la loro vita da spettatori, da impotenti eroi, da individui privi di fantasia o di coraggio nell'espressione della fantasia.

Come già scrissi sul mio blog, la mia esistenza minima e priva di bagliori folgoranti, si è sempre svolta giorno dopo giorno immersa nella foga impetuosa delle domande, delle riflessioni, delle analisi, delle ricerche del mio cervello mai pago. Come già scrissi sui miei diari dell'adolescenza, la mia esistenza minima e priva di bagliori folgoranti, si è sempre svolta giorno dopo giorno, tagliata fin nella carne dalla morte di mio padre, affogata e dilaniata dalle questioni insolute che mai sono state in grado di aiutarmi nel mio cammino. Domande, riflessioni, analisi, ricerche, questioni insolute sono l'ombra della figura che ogni minuto proietto e porto con me, passo dopo passo, nella vita di ogni giorno e nella vita che immagino. Realtà che si alternano tra loro, emozioni che si contrastano tra loro, paure che si incatenano tra loro, vittorie che si ergono da tutto questo. Se tralasciassi per un istante tutto questo sarei un semplice uomo che calpesta il mondo, in quel breve lasso di tempo che gli viene concesso, tentando invano di mettere i piedi fuori dalla strada che gli è stata spianata, finendo i miei giorni nell'angolo insulso messo lì dal destino. Se tralasciassi… Ma mai ho tralasciato. Mai ho tralasciato la poesia sprigionatasi davanti al cielo stellato della notte, così come mai ho tralasciato la curiosità davanti alla figura umana che mi porto dietro, alla figura umana che tutti gli altri mi portano davanti.

Questo sono sempre stato io. Questo sono sempre stato io ogni minuto misero, ogni attimo glorioso. Questo sono sempre stato io e questo ho sempre scoperto io in ogni mio simile.

Confronti, paragoni, misurazioni, ripensamenti, decisioni. Uomo io tra gli uomini. Mostro io tra mostri. Dio io tra le divinità.


Ben pochi deliri voglio aggiungere in questo mio breve appunto sulla vita, ben pochi voli della mente descriverò in questo caso, ben poco di ciò che alimenta la mia fantasia sterminata stenderò qui. Verità e concretezza piuttosto saranno vive e rigogliose in questa sede. Verità: aperture intime della mia anima da sempre tenuta nascosta, descrizioni deplorevoli del mio comportamento multiplo saranno la costante che regola le mie parole nei prossimi minuti. Concretezza: rivelazioni sconosciute e universali dell'essere umano figlio della propria immagine proiettata, teorie inconfutabili sull'essenza della natura degli uomini nudi di fronte a sé stessi, saranno il fine delle mie parole nei prossimi minuti.

Noi tre. Noi Tre. Noi… tre? Così inizia il percorso da intraprendere con me, così inizia il cammino del lettore che decide di gettare ogni convinzione per ascoltare un nuovo concetto di vita. Così inizia la mia vita nell'istante in cui la scopro, in cui si rivela, in cui la comprendo, in cui si spiega. Noi tre.

lunedì 29 aprile 2013

La fortuna del genio


Uomini. Una vita intera, fino ad ora, la mia, alla ricerca di risposte impossibili a domande, una vita intera, fino ad ora, la mia alla ricerca di soluzioni introvabili a questioni insolute, costantemente folgoranti, sulla natura dell'uomo, sulla natura dei comportamenti dell'uomo, sulla natura del suo modo di scegliere... Da sempre osservatore attento, silenzioso, casuale, incalzante di quell'uomo che mi vive dentro, che si manifesta, che si nasconde, che vive insieme ad altri simili.
Frasi dell'infanzia che hanno sempre riecheggiato nei momenti più insospettabili della mia esistenza come "L’uomo è per natura un essere sociale" (Aristotele), "Nel mezzo del cammin di nostra vita" (Dante), "fatti non foste a viver come bruti" (Ulisse feat. Dante).
Frasi. Uomini. Frasi di uomini apparse a me. Frasi nel tempo scomparse, poi tornate, frasi nel tempo ossessive ma poi illuminati. Frasi di Uomini esistiti, frasi di uomini inventati, frasi di uomini valorosi. Frasi di uomini.

Camminare in un momento qualsiasi della giornata, solo o in compagnia, da sempre continuamente fulminato senza motivo da lampi di idee, pensieri, riflessioni, è stato il mio vivere. Mangiare, bere, dormire, ricordare ogni sogno fatto al risveglio al mattino è stato il mio vivere. Domande, frasi, uomini. Come sarebbe il mio spirito senza tutto questo? Come sarebbe il mio spirito senza le turbolenze, le inquietudini, le rivelazioni? Come sarebbe la mia vita senza i colori che vedo, immagino o fuggo? Che vita morta serebbe mai la mia, senza nessuna morte e rinascita inaspettata che le accende ogni istante l'incredibile senso di completezza??

Uomini. Una vita intera, fino ad ora, la mia, alla ricerca di risposte impossibili a domande, una vita intera, fino ad ora, la mia alla ricerca di soluzioni introvabili a questioni insolute, costantemente folgoranti, sulla natura dell'uomo, sulla natura dei comportamenti dell'uomo, sulla natura del suo modo di scegliere... scegliere poi... quella sì che da sempre è una grande domanda. Gli uomini scelgono comportamenti, oggetti, rapporti in base a quanti fattori? Quali? La scelta di essere ciò che si è ogni giorno quanto viene influenzata dalla propria personalità a sua volta soggiogata e sollecitata dall'esterno? Quanto ci può essere di autonomo in un uomo e quanto si può influenzare davvero? Quanto vero sono io e quanto mento a me stesso e agli altri? Quale sarebbe il risultato se scoprissi le percentuali e le riuscissi a modificare? Quanto sarebbe a sua volta vero tale risultato, da me volutamente modificato, se le modifiche sarebbero comunque state fatte per raggiungere un chissà quale traguardo? Domande. Frasi. Bruti... no, bruti no davvero, non possiamo essere stati concepiti per vivere come inetti bruti individui. Questo sempre sarà per me il caposaldo di ricerca. Ma quanta stupidità e ignoranza mi terranno a freno davanti alla mia ricerca di verità e risposte? Quanto limite umano genera ostacoli sulla mia strada che non posso scavalcare?

Frasi dell'infanzia che hanno sempre riecheggiato nei momenti più insospettabili della mia esistenza... altrui, mie... dette, ascoltate, scritte, subìte. Diari di frasi scritti in anni di solitudine. Diari di frasi scritti in anni di solitudine da rinnegare, da rileggere, da dimenticare, da trascrivere. Diari di frasi scritti in anni di solitudine individuale che hanno messo porzioni della mia vita dentro un vetrino da laboratorio che oggi potrei accuratamente analizzare. Servirebbe? Quanto vacuo è il tempo della nostra vita! Quanto rapido è lo svolgersi della nostra evoluzione?! Forse solo la mia. Forse solo la mia? Quanto si evolve anche quella staticità degli uomini dipinti da quel pennello dell'inutilità...!

Uomini... quanti uomini non comprendo affatto a guardarli... fermi, immobili, imbalsamati, intrappolati nella loro statua di carne morente, nel loro spirito asciutto e spento. Uomini... quanti uomini non comprendo affatto a guardarli... scarti di sé stessi, gettati via da quella loro stessa esistenza putrida, indefinibile spazzatura priva di iniziativa, imprigionata nel contenitore stagno della pigrizia e della paura, della passività e dell'ottusità.
Uomini... quanti uomini stimo e m'incantano a guardarli... fieri e saggi protagonisti della loro vita, potenti guerrieri e legionari appartenenti ad alcun esercito se non quello del loro intimo spirito sovrano, incastonati senza dubbio, nella loro interezza, nei cuori di chi ha la fortuna di viverli. Uomini... quanti uomini stimo e m'incantano a guardarli... libera energia alla continua ricerca di trasmissione del potente estro infinito, vigili e minuziosi gestori e creatori di eternità. Geni. Rinnegati. Amati. Incompresi. Studiati. Meravigliosi. Potenziali e talentuosi esempi immortali. Stelle irraggiungibili nel cielo della nostra piccolezza meravigliata.


E io...? Io sono solo io, sono tutti contemporaneamente, sono nessuno, sono entrambi,  sono la zuffa di tutti arbitrata da un giudice straniero. Io... io ridicolo presuntuoso guizzo di vita alternata, solleticato da genialità vacue, momentanee, inconcludenti e pure da altrettante disarmanti pause di spirito ripugnanti. Io... Incantevole io, deplorevole io, ciclici noi.
Uomini, frasi, osservazioni. Riflessioni. Che diavolo sarei mai io senza la mia potente duplice, molteplice esistenza fatta di attimi contrastanti, vite competitive, scelte contrarie?
A volte credo di essere solo un disgraziato visionario cervellotico spettatore dello scorrere della realtà incapace di coglierne la minima essenza, a volte credo invece di essere l'unico individuo capace di leggere i codici che la realtà cripta alla comune sensibilità, per divertirsi con enigmi e rebus.
Illuso... illuso e sciocco presuntuoso pezzo di carne senza forma.
Frasi... la prima in assoluto forse fu "Razza di deficienti" (Aasimov) ad aprire in me quel senso di eterna grandezza di visione dell'insieme.
Illuso... illuso e sciocco presuntuoso pezzo di carne senza forma.
Genio... brillante accomodatore di inaspettate e pirotecniche intuizioni tra i quotidiani meccanismi lucidati e rinnovati sequenzialmente, solo grazie al mio estro coraggioso e puro.
Ma no...! Macchè! Solo illuso... illuso e sciocco presuntuoso pezzo di carne senza forma!
Beh... I pezzi di carne senza forma pensano tutte queste cose, non credi?
Pezzo di carne con guizzi incostanti e inconsapevoli di sporadiche illimunazioni. Disse così l'arbitro del dualismo....
Frasi...
Frasi che disintegrarono la mia esistenza costruendone una nuova sulle ceneri. Frasi così:
Questa è la vita! l’ebete
Vita che c’innamora.
Lenta che pare un secolo,
Breve che pare un’ora;
Un agitarsi alterno
Fra paradiso e inferno
Che non s’accheta più!


La vita sta dentro, la vita non esiste perché esiste solo un attimo che poi non può tornare, quindi resta solo ricordo di un presente che sogna e immagina un futuro incerto.
La fortuna del genio è così incredibile che nessuno la può credere e raccontare se non il genio stesso nel solo attimo in cui ne concepisce la reale esistenza, dimenticandola l'attimo successivo, incapace di spiegarla con parole abituali...


lunedì 22 aprile 2013

che altro aggiungere?


Le lacrime di un presidente

Le lacrime di un presidente

Tutti noi abbiamo le nostre battaglie interiori. Ogni giorno, ogni minuto, anno dopo anno la nostra vita la vediamo svolgersi e spiegarsi come un foglio di carta di alluminio. Ogni piega che cerchiamo di distendere lascia un segno, una cicatrice, che nonostante tutti i nostri sforzi di stirare al meglio, rimane comunque sempre ben visibile. I segni, le cicatrici restano sul foglio di carta di alluminio che cerchiamo di distendere e rappresentano tutti i nostri sbagli rimasti per sempre indelebili nella nostra coscienza. Essi restano monito per noi che cerchiamo di non farne altri, essi restano anatema davanti alla nostra paura di ricadere in errore, essi restano purtroppo ricordo e ferite a volte incancellabili, da parte di chi da tali sbagli subisce torti o danni da parte nostra. Solo i più aridi individui non fanno caso al gran numero di cicatrici che lasciano lungo il cammino della vita ma, sono certo che in qualche modo anche i più aridi a volte ne restano sorpresi, rattristati, colpiti, comunque inesorabilmente, prima o poi, vittime.

Questo è solo un aspetto di quello che dentro ogni controverso spirito umano muove i pensieri, le mani, le forze degli individui. Questo è solo un aspetto di quello che dentro ogni controverso spirito umano muove i pensieri, le mani, le forze di tutti gli uomini, presidenti compresi. Questo è solo un aspetto di quello che dentro ogni controverso spirito umano muove i pensieri, le mani, le forze di tutti gli uomini, presidenti, leader, poveri, emarginati, inetti compresi. Me compreso quindi. Te compreso quindi.

Oggi il Presidente della Repubblica Italiana ha giurato (per la seconda volta) lealtà e fedeltà al paese, ha giurato davanti al popolo, alla bandiera, alla classe politica, alla classe di disperati in continuo istinto suicida: fedeltà, rispetto, garanzia al paese. Ha giurato il Signor Presidente tante cose bellissime, tante cose che ogni uomo d'onore dovrebbe giurare ogni minuto della propria vita a prescindere la propria carica istituzionale o dalla propria condizione sociale. Ha giurato il Signor Presidente. Ha giurato con il nodo in gola. Quello stesso nodo in gola che ognuno di noi si sente stringere ogni minuto della propria vita quando si trova davanti alla necessità di decidere chi essere, cosa essere, se essere, dove andare. Il bivio che abbiamo davanti ogni minuto della nostra vita ci fa una paura fottuta e troppo spesso decidiamo di prendere la strada più facile per non sforzaci di vedere con occhi lungimiranti. Forse il Presidente stavolta ha preso la strada più difficile.
Giorgio Napolitano è stato in un certo senso acclamato da tutti a restare il capo della nostra Costituzione, del nostro Paese, della nostra moralità, dopo essere stato sbeffeggiato, insultato, criticato e nonostante tutto dopo essere stato uno dei capi di stato italiani messo più a dura prova, superando difficoltà molto ardue. Forse lo abbiamo acclamato perché talmente avevamo paura di quale "peggio" potesse succedergli che abbiamo preferito la "strada vecchia" alla nuova. Ma Giorgio è solo un uomo come tutti noi, in quelle parole spezzate dalla commozione sicuramente c'è molto pentimento per quelle sue scelte fatte nel passato basate sull'egoismo: plausibili (sia le scelte che le lacrime). In quelle parole spezzate dalla commozione sicuramente c'è molto pentimento per quelle scelte fatte nel passato basate sugli accordi nascosti, sui sotterfugi della politica italiana, incancrenita nei convenevoli saluti di quei malavitosi mascherati da santi e salvatori. In quelle parole spezzate dalla commozione sicuramente c'è molto pentimento per quelle scelte fatte nel passato basate sulle imposizioni di uomini o situazioni che nella vita a volte non consentono di decidere in libertà.
Le sue parole spezzate dalla commozione sono senza dubbio la constatazione di tutte le cicatrici rimaste sul suo foglio di carta d'alluminio che pur steso a forza con le mani, resta unto, viziato, sporco, sbagliato. Ma così come credo che anche i più aridi possano redimersi e Giorgio non è certo uno dei più aridi ma anzi, rischia di essere uno dei più meritevoli, voglio prendere parte al disegno di rinascita del paese che le sue lacrime hanno rinvigorito. Così come la mafia, la malavita in tutte le sue forme, l'egoismo, la cattiveria partono dalla brama di potere di un singolo che assolda legioni di uomini senza morale, vorrei allo stesso modo essere il singolo elemento di rilancio, di esempio, di rinascita che assolda legioni di indecisi o di volenterosi per riempire goccia a goccia il mare desertificato. Forse questo ingenuamente ho capito dalle lacrime del presidente. Erano esse le stesse lacrime dei figli, dei nipoti, degli amici. Lacrime di un uomo. Non credo esistano lacrime versate per egoismo, le lacrime sono sempre sintomo di rimpianto per delusioni che altri soffrono per causa nostra.

Eppure… eppure io dopo tanti anni di prese in giro, di parole buttate al vento, di delusioni, di aspettative inghiottite dal vuoto, non ho ancora smesso di sperare nella conversione dell'individuo. Il presidente Napolitano così come l'ultimo dei contadini più umili, possono allo stesso modo dimostrare lealtà al paese, alla famiglia, alla natura. Giorgio invece di andare a vivere in pace con tutti i soldi guadagnati dopo una vita di attiva lotta politica, se pur inquinata da varie ed eventuali chiacchiere o compromesse gesta, comodi consensi, varie omertà, ha deciso lo stesso di restare in nome di una lealtà aleatoria ma allo stesso tempo concreta. Nutro comunque rispetto per chi resta in trincea anche quando la guerra sembra persa. Alla sua età credo che poche persone, pochissime, sarebbero rimaste a mandare giù merda rinunciando alla pensione d'oro da godersi chissà dove nel mondo. Gli uomini hanno diritto ad una seconda possibilità, gli uomini hanno diritto di decidere, gli uomini hanno diritto di ripensarci. Gli uomini hanno sempre il diritto di mostrare le cicatrici accumulate per tentare di non farne fare altre ad altri uomini. Gli uomini hanno diritto di accartocciare del tutto il loro foglio di alluminio davanti a tutti per ricominciare anche nell'ultimo giorno di vita.

Io quello che spero è soltanto che da qualche parte nasca il germoglio della coerenza, della positività, della voglia di costruire per gli altri e non solo per il proprio inutile e fine a sé stesso ego. Io sarò goccia che cade nel mare desertificato, io sarà lacrima che rinvigorisce il disegno di rinascita, io sarò uomo anche quando uomini non ci saranno più. Le lacrime del presidente sono le lacrime di ogni uomo che capisce qualcosa di profondo e vanno rispettate e credute.



dal passato una nota di faccialibro


 L'arte di saper accontentare

L'arte di saper accontentare è come un ballo armonioso alternato da un passo avanti e uno indietro,  che segue un ritmo incostante tra l'umore proprio e la gioia altrui. Un ballo sinuoso, senza tregua, che muove due o più corpi come onde del mare che avanzano e poi arretrano. L'arte di saper accontentare è una scienza complessa fatta di passi cedevoli e avanzate decise. L'arte di saper accontentare è viva grazie alla curiosità e alla pazienza, grazie all'astuzia e alla comprensione. L'arte di saper accontentare coinvolge tutti i partecipanti, sia chi propone che chi riceve.
In sostanza l'arte di accontentare è fatta da un "non rompere il cazzo aspetta un minuto" e un "grazie apprezzo molto, per ora sto bene".
Dedicato a tutti quelli che credono di essere il centro del mondo, quando non possono essere che una particella microscopica di un grande movimento continuo.


Trovata una vecchia nota scritta su Facebook il primo novembre 2011... ahhahaha sono sempre lo stesso! :D

sabato 20 aprile 2013

Get Lucky

L'aspettativa non era bassa, l'aspettativa non era nemmeno alta. L'aspettativa era infinita. Ma non potevano non raggiungerla né tantomeno non superarla. Credo che Get Lucky sia oggi un disco in perfetto stile Daft Punk al cento per cento, puro come l'oro, perfettamente attuale nella sua natura ma allo stesso tempo incredibilmente tradizionale. Non riuscivo a credere che quei due "stupidi teppisti" fossero riusciti a stupirmi di nuovo. Il basso, la cassa, le parole, gli effetti. Tutto al posto giusto. Quei due maledetti senza faccia hanno la genialità nel loro DNA, hanno l'eterno tocco inconfondibile anche quando toccano qualcosa di nuovo. Mi sembra di ascoltare un disco nuovo così come l'ho ascoltato quando ho scartato Homework. Non è Da Funk o Around The World ma loro non hanno mai avuto necessità di bissare le produzioni precedenti perché hanno sempre fatto qualcosa di nuovo che allo stesso tempo ha comunque stupito tanto quanto prima. Ho solo una parola da dedicare a Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter : GRAZIE. Grazie anche a Pharrell in questo caso, superbo interprete.


venerdì 19 aprile 2013

Noi Tre

Anche questa mattina Noi Tre ci siamo svegliati. Abbiamo cominciato a ragionare su un paio di cose, Noi Tre. Io, l'alias e l'arbitro siamo conviventi, amanti, nemici. Cercheremo anche oggi, Noi Tre, di tirare fuori qualcosa di buono dalle nostre diatribe continue.

venerdì 5 aprile 2013

Stelle


Le stelle brillano. Le stelle si mescolano, si nascondono, si rincorrono. Le stelle ci innamorano, ci stupiscono, ci colorano di misteri. Le stelle ci guidano, ci insegnano, ci puniscono. Le stelle sono da sempre quel sogno fatto di luci nel buio che attira la curiosità di uomini e anche di animali. Non credo che qualcuno al mondo riuscirebbe ad immaginare come sarebbe stare senza stelle. Almeno una volta nella vita anche il più arido e insensibile essere vivente ha speso qualche minuto ad ammirare lo spettacolo infinito che le stelle ogni notte ci regalano, senza chiedere niente in cambio. Puntuali.  Le stelle sono il simbolo della meraviglia, da sempre paragone incontrastato di bellezza, splendore, mistero, fascino, infinito.
Stelle dai nomi divini, dai colori più diversi, dalle distanze incalcolabili, dalle dimensioni inimmaginabili. Ricordo il cielo della Puglia di vent'anni fa, da bambino, talmente nitido e puro che sembrava un altro cielo rispetto a quello offuscato della metropoli. Ricordo il cielo del deserto del nord Africa, nero come la pece. Ricordo il cielo di ogni posto che ho visto perché mai una volta ho rinunciato ad alzare lo sguardo per ammirarlo. Ho sempre sognato di riconoscere le costellazioni, a parte quelle facili e tradizionali che tutti conoscono. Ho sempre sognato di capire le vie che gli uomini hanno sempre usato seguendo i passi che le stelle disegnano in cielo così come sulla terra o in mare. Ho sempre sognato guardando quelle stelle che brillano. Sogno ancora oggi, ogni sera guardando le stelle brillare. Sogno che da quelle stelle un giorno arrivino omini simpatici ad insegnarci un po' d'educazione. Sogno che un giorno le nostre auto di tutti i giorni possano volare fino alla Luna per prendere un caffè o una birra, con vista Pianeta Terra. Sogno anche di assistere ad una di quelle esplosioni lontane che si verificano ogni mille milioni di anni. Mi domando come facessero i popoli che vivevano migliaia di anni fa a conoscere così bene quelle stelle che ancora oggi, con tutta la nostra tecnologia (se così possiamo chiamarla) ancora restano misteri. 
Le stelle brillano. Le stelle hanno sempre brillato e sempre brilleranno, anche quando la nostra specie sarà estinta e quella successiva anche. 
Le stelle saranno sempre uno dei più grandi e spettacolari misteri per me, per noi, ma anche una delle più affascinanti e meravigliose certezze. 
La mia preferita è Betelgeuse, la seconda per luminosità, ma come se fosse la prima perché essendo Sirio la più luminosa ed essendo in realtà composta da tre corpi celesti ravvicinati e non uno, mi sembra che bari, quindi Betelgeuse è la più luminosa e la mia preferita!

giovedì 21 marzo 2013

Pietro Mennea


Questa è una di quelle cose che non mi so spiegare, una di quelle cose che accadono da sole, che esplodono come una supernova. Questa è una di quelle improvvise emozioni che non si spiega come faccia a raggiungere ogni angolo del cuore e dello spirito in un solo istante. Spesso le emozioni ci colgono senza preavviso, a volte ci fanno una specie di telefonata emozionale qualche secondo prima, altre volte invece passano appena vicino alla pelle per un breve brivido. Questa non è niente di tutto ciò. Questa è quella specie di esplosione che travolge tutto. Senza motivo.
L'unica spiegazione attribuibile è quella legata al fattore emotivo dei ricordi. Quell'elemento che dorme dentro di noi, quell'elemento che tace e si fa dimenticare fino a che qualcosa lo risveglia di soprassalto e lo lancia a velocità supersonica. Un sapore non assaggiato da tempo legato nella nostra memoria a un momento del passato, un odore di una persona, una parola della nostra infanzia. 
Oggi è scomparso Pietro Mennea. Questa la notizia che ha scatenato in me tale emozione complessa e travolgente. Non ho idea del perché, sono sincero. Non ho idea di cosa mi abbia creato così tanto dispiacere, in fondo un personaggio pubblico che scompare, che ci lascia, può toccarci in maniera marginale o poco più. Possiamo piangere di dispiacere se muore un personaggio popolare a noi familiare, un grande attore, un Papa, un simbolo dello sport o della vita pubblica. Mennea era di più. Pietro Mennea non è stato per me solo il velocissimo atleta che ha fatto il record storico, Pietro è stato per una vita intera il simbolo incontrastato del concetto di velocità sia per me che per tutti i miei coetanei. Come pochi altri è stato l'uomo che rappresentava qualcosa di concreto e ricorrente nei discorsi più disparati di tutti i giorni. Rappresentava la velocità. E' l'uomo che si nominava sempre quando si voleva descrivere cose banali e concetti estremi. Nessuno è mai stato veloce come Mennea eppure tutti noi abbiamo sempre preso lui come termine di paragone per descrivere una o più volte in cui abbiamo percorso velocemente una strada, un percorso. Pietro era il nostro modo di descrivere l'eccezione impossibile, sapendo di voler esagerare.
Pietro Mennea per me e credo per molti altri, è sinonimo di velocità e di genuinità. Parlare con gli amici di aver corso come Mennea o scherzare sbeffeggiando un amico lento dicendo di aver corso come Mennea è sempre stato il nostro ricordo rispettoso ed orgoglioso delle sue gesta e un modo umano e familiare per descrivere quello che rappresentava il massimo insuperabile. 
Non so proprio come possa dispiacermi tanto per il fatto che sia morto. Sento come una tristezza legata al concetto del tempo che passa e che vede sparire i personaggi ed i nomi di epoche passate, così come sento una grande amarezza legata al fatto che un nome, un uomo, un simbolo di tutti i giorni sia svanito. 
Con tutto il rispetto per l'atletica attuale, contemporanea, con tutto il rispetto per le generazioni nuove che avranno altri nomi come io ho avuto lui, credo che nessun Bolt possa mai essere il mio Mennea. Credo che nessun Messi possa mai essere il mio Pelè o Maradona. Credo che mai nessuna Red Bull possa mai diventare la mia Ferrari. Credo che nessun Raikkonen possa mai essere il mio Lauda, Senna o Schumacher. Credo che nessun Indurain possa mai essere il mio Coppi. Potrei continuare ma come sempre mi fermo. 

I grandi miti dello sport, anche se non sono mai stato un grande appassionato, mi hanno sempre colpito per talento, spettacolarità e record raggiunti. Simboli di forza fisica e grandezza d'animo.
Saluto con un abbraccio Pietro Mennea. 


lunedì 18 marzo 2013

terroristi

messaggio ai terroristi: Basta cazzo! Basta! Smettetela! Nessuna causa vale le vostre stragi!

sabato 16 marzo 2013

grammaticamente

Col passare del tempo mi si sta allentando la sintassi e disintegrando la grammatica... per non parlare della tendenza al refuso...

martedì 5 marzo 2013

V per... Vedi??!

Vedi?? No forse no. Forse non ci riesci a vedere cose che magari altri vedono senza sforzi. Perché? Beh perché forse sei un po' ottuso... Sì, puoi. Puoi serenamente mandare a quel paese tutto e tutti se sono tutto e tutti che ti creano problemi. Non è affatto detto che tu debba continuare a subire senza fare niente per ribellarti. Potresti per esempio cercare una strada idonea per l'autodifesa. Non sempre la strada idonea per l'autodifesa però è soddisfacente... me ne rendo conto.
Distruzione. Non ho altra parola al momento in testa che "distruzione". Quando nella normalità ti trovi a mandare giù rospi può anche essere accettabile. Certi rospi però ti vanno di traverso e tossisci. Ti senti strozzato. Lì sta il punto del non ritorno... Rospi che ti fanno tossire... Tossirò... Ma dopo aver tossito però non mi scassate il cazzo con "eh ma 'sta volta sei esagerato"... e tutte quelle che ho mandato giù??? Quindi... vedi?? Vedi che non è stata colpa mia... La goccia! La goccia! La goccia!

lunedì 25 febbraio 2013

Elezioni 2013

I dati non sono incerti. I dati sono più che certi. I dati sono sconcertanti. L'unica certezza che c'è. Gli italiani hanno votato, in pochi ma hanno votato, in pochi hanno voluto esercitare il potere decisionale ed hanno deciso. La decisione è chiara. Gli italiani hanno deciso di rimanere piccoli, ignoranti, stupidi e limitati. Buon futuro a tutti.

venerdì 22 febbraio 2013

Linkin Park - Living Things... Partorito...



Facendo sempre le dovute premesse sulla mia totale non competenza in materia di recensioni musicali, premesse già ampiamente descritte nei precedenti blog, mi preparo a quella che sarà una delle più difficili considerazioni sul lavoro di una delle mie band preferite. Poco importa, in questa bollente notte di fine giugno (modificata mesi dopo), di chi sarà d’accordo e di chi avrà da ridire. Le opinioni che nascono dal ventre umano vanno rispettate anche se non condivise. La musica non ha argomenti ma solo emozioni.
Sebbene siano diversi giorni che ascolto Living Things non ho ancora chiaro il concetto che voglio esprimere. Mi piace pensare che a qualcuno interessi il mio punto di vista, quindi anche se la musica genera emozioni e sensazioni diverse nell’anima di chi la subisce, al momento credo di poter descrivere la mia raccolta di sensazioni e descrizioni che potrebbe poi rimanere tendenzialmente coerente anche nel futuro o cambiare.
Nessun individuo è in grado di gestire le proprie emozioni, esse esplodono o crescono gradualmente dentro di ognuno di noi, esse si disintegrano in un istante o si affievoliscono minuto dopo minuto. Se fossimo in grado di gestire le nostre emozioni saremmo morti come computer. Lungi da me l’idea di essere un computer, sono sempre stato felice di essere vivo, dinamico, volubile influenzabile.
Nel settembre del 1990 esce un album di un ormai noto artista internazionale che come immagine di copertina ha una foto in bianco e nero che raffigura un gran numero di persone (una folla divertita) e presenta una delle frasi che nella vita mi hanno accompagnato, a volte inconsapevolmente, a volte in maniera esplicita: Listen Without Prejudice. Sto parlando ovviamente di George Michael, artista poliedrico che per sempre rimarrà colonna portante della musica mondiale e allo stesso tempo simbolo di cambiamenti culturali epocali. Ma non è di quell’album che mi preoccupo ora ma della specifica frase “Listen Without Prejudice” perché sempre fu uno dei più grandi suggerimenti che accettai e rispettai nella vita. Invito che ancora oggi seguo con piacere e disinvoltura. Il più grande insegnamento che ho tratto da tale frase è non seguire mai molto la vita privata dei miei artisti preferiti, mi sono sempre volutamente rifiutato di indagare su fatti privati e intimi di quello che è il lato umano dei miei artisti preferiti per non esserne influenzato. La vita privata di un uomo rende quello stesso uomo un prodotto specifico ogni giorno in maniera diversa e non è necessario sapere se un artista assume droghe o ha comportamenti riprovevoli quando quello che si apprezza è il suo risultato musicale. Ho sempre considerato questo mio comportamento un importante fattore per sentirmi genuino e distaccato. Credo che tale modo di approcciarsi al mondo stravagante della musica debba essere un capostipite per tutti i ragionamenti e le considerazioni che facciamo sia nella vita. Sapere che uno dei nostri idoli si buca potrebbe indurci ad esaltarlo a priori se siamo convinti di essere ribelli al sistema, quindi falsare le nostre considerazioni sul prodotto musicale, così come potrebbe farci credere che sia un individuo da sdegnare, pregiudicando alla stessa maniera le nostre considerazioni.
La musica è il linguaggio dell’universo e noi dobbiamo comprenderlo per quello che la nostra sensibilità ci consente di comprendere, non per quello che l’oggettiva comprensione detta.
Siamo uomini vacui e fragili, non siamo esecutori di vita. Siamo interpreti di una vita che si evolve. Senza paura dobbiamo saper affrontare le tempeste e le giornate di sole.

Living Things dei Linkin Park è stata per me una grossa sorpresa. E’ un album pieno di incognite e allo stesso tempo una grande conferma. Le incognite sono legate alla scelta stilistica di alcuni brani ma più in generale a quello che è lo stile del marketing che lo accompagna, la grande e unica conferma invece riguarda le capacità tecniche assolutamente indiscutibili di una delle band che più di tutte produce musica di indescrivibile qualità.
A differenza di A Thousand Suns non ho ricevuto la stessa “sensazione generica” che lo ha contraddistinto dagli altri album, sensazione di generale piacere diffuso. A Thousand Suns tra l’altro è arrivato in un momento della mia vita molto particolare quindi indubbiamente ha generato una serie di emozioni potenti che forse ai altri momenti non sarebbe stato capace.

Living Things invece è arrivato dopo un grosso movimento di marketing che in un certo senso ha lasciato che si sviluppassero forti aspettative da parte dei fun e anche da parte del largo pubblico. Il primo ascolto dell’album è stato un po’ deludente, devo ammetterlo senza riserve. Non ho trovato né i Linkin Park che inventavano il New Rock all’inizio del 2000 né uno sviluppo tecnico o concettuale o un cambio epocale di un gruppo di ragazzi che scoprono la maturità artistica cambiando sentiero produttivo ed espressivo. Dal secondo ascolto in poi Living Things è diventato un album che se fosse uscito sotto il nome di “Pinco Pallino” avrebbe concorso alla categoria “Miglior Rivelazione” ad un’edizione dei Grammy Awards. Dal terzo ascolto in poi per dirla tutta era un disco che non aveva tantissime sorprese o tantissimi stimoli ma diventava un disco già sentito.
Dopo In The End e Papercut nessuno mai si sarebbe aspettato dischi come No More Sorrow, così come dopo A Thousand Suns nessuno si sarebbe aspettato un album che all’acquisto in prevendita avrebbe promesso una serie di remix. Vedere quella strana forzatura di comunicazione pubblicitaria sia su facebook che su altri social network mi ha dato fastidio. I Linkin Park non sono in commercio, non lo sono mai stati, i Linkin Park sono nell’anima di chi li ascolta. Purtroppo dopo A Thousand Suns, disco concept, credo abbiano dovuto sottostare anche loro alle leggi del mercato.
Ad ogni modo… descrivendo l’album… Nessun commento in maniera assoluta, sulla qualità del prodotto. Per un tecnico come me le tracce anzi, tutto il disco suona in una maniera incredibile. Il master come sempre supera ogni aspettativa. L’apertura affidata a Lost In Echo è azzeccata. L’ascolto inizia con un forte impatto e lascia un senso di attesa, un senso di coinvolgimento incredibili. Non ho analizzato i testi di tutti i brani come ho fatto per A Thousand Suns, lo farò in seguito magari. In My Remains come seconda traccia lascia un po’ in bocca il sapore del “mi aspettavo di più”. Sembra un disco da classifica popolare ma allo stesso tempo non ne possiede le potenzialità, infatti non è entrato in classifica. Burn It Down come singolo lancio è l’esatto messaggio ibrido di tutto il disco. Chi ha acquistato come me il disco in anteprima ha ricevuto diversi remix di producer internazionali, ma anche qui siamo sul “facciamo cassa” ma non ci sono riusciti come avrebbero voluto. Lies Greed Misery riapre le speranze dell’ascoltatore affamato di new rock. Sembra un pesce fuor d’acqua inserito in questo disco tendente al popolare. Spacca, spacca la ritmica, spacca la metrica, spacca la potenza dell’elettro rock, riporta il prodotto quasi alla dimensione originale dei Linkin. I’ll Be Gone mi ha riportato quasi alla media dell’album se non fosse stato per la potenza vocale di Chester. Sesta traccia… sesta traccia scinde il sapere umano in due. Sesta traccia di Living Things dei Linkin Park è la rivelazione che si attende quando si compra un prodotto di Mister Shinoda & Friends. Nessuna parola per definire l’esplosione atomica di questo disco che al primo ascolto mi ha catapultato in una dimensione parallela. Victimized è la settima traccia. Difficile da comprendere, brevissima, potente e dolce. Ha le carte per essere un disco dei Linkin Park peccato solo non sia stata inserita in Hybrid Theory ad esempio. Roads Untraveled è concept, intima, Roads Untraveled è il pezzo intimo del disco. Skin To Bone si apre con un sound altamente accattivante, potente dal punto di vista tecnico e dal forte impatto elettro. Segue un po’ la scia del precedente ma in fondo in fondo lascia un po’ l’illusione che prima o poi stupisca. Infine eccoci a Until It Breaks… altro pezzo che esce dal disco. Breve, quasi un teaser, tecnico, rude, carico di effetti, urban. Chester arricchisce per un attimo uno dei brani più belli del disco con una voce distorta che spacca l’equilibrio di quella metrica e aggressiva di Mike. Mike Shinoda è senza dubbio un fottuto genio e Chester Bennington un maledetto fenomeno… Concludere un disco del genere, ibrido dal punto di vista dell’originalità, parziale dal punto di vista del colpo al cuore, un po’ scarso dal punto di vista delle aspettative spetta a Tinfoil e Powerless, legate indissolubilmente. Musica riconoscibile e voce emozionale di Chester che riesce comunque a commuovere. Mostra il lato vero di chi si lascia andare davanti all’ammissione della propria sconfitta.
Avevo il sentore che dopo A Thousand Suns non ci sarebbe stato un lavoro altrettanto sperimentale, considerando le maledette leggi del mercato, ma avrei voluto rimangiarmi le aspettative. Mi manca l’esasperazione della voce di Chester in Points Of Authority e mi manca la capacità di ascoltare parti strumentali più complesse. Mi manca la sovrapposizione di Mike su Chester, mi manca quel senso di violenza che nasceva da brani rock contaminati dall’elettronica sperimentale come Bleed It Out o quel sapore di pop metal rock di New Divide…
Sensazioni. Emozioni. Ricordi. Comunque sia non ringrazierò mai abbastanza i Linkin Park per quello che mi hanno regalato… allo stesso tempo non li odierò mai abbastanza per non essere mai venuti a Roma…

Per me?
Numero uno:
A Thousand Suns.
Numero due:
Hybrid Theory.
Numero tre:
Minutes To Midnight.

sabato 9 febbraio 2013

Nervosetti?

Capitano i momenti in cui avremmo voglia di prendere a calci e mazzate tutto quello che ci sta a tiro. A me capitano anche spesso. Ho imparato a controllarmi, ma un buco sulla scrivania è ben presente :D
Come fare? Oggi ho escogitato un sistema addirittura ecologico per farsi passare i cinque minuti... munirsi di tavolozza di legno, un buon tavolo resistente, un bel martello e una lunga serie di lattine di alluminio.

Dopo aver accartocciato sommariamente le lattine, date qualche colpetto di martello per rendere la forma della lattina accartocciata abbastanza stabile sulla tavolozza. Poi cominciate serenamente a tirare giù mazzate su mazzate, immaginate la faccia di chi volete voi al posto della lattina, immaginate la mano, la macchina di chi volete voi... e giù mazzate!


Anche mazzate di traverso, così fate un bel lavoro di fino. Mazzate su mazzate... non sfasciate i mobili, non vi sfasciate le ossa contro i muri e fate diventare i rifiuti meno ingombranti.


Ora ovviamente non rimane che tornare al supermercato a comprare altre birre :D








giovedì 7 febbraio 2013

Attori Italiani

Premettendo ovviamente che non sono un grandissimo cinefilo, che nella vita non mi sono mai dedicato troppo alla visione di film impegnati, che mi piace vedere film di fantascienza o d'azione (inseguimenti, sparatorie, esplosioni) e che non ho mai avuto una particolare dedizione per il cinema italiano (così come la musica italiana anche il cinema risente troppo di quel triste senso di nostalgia e di quell'attaccamento all'amore romantico che non mi piace), oggi sparo i miei attori italiani preferiti! O almeno quelli che mi sono ricordato subito e quelli che ho cercato di ricordare, ma senza troppi sforzi. In maniera easy.

Primo indiscutibile posto spetta a quello che secondo me è uno degli attori più versatili, più realistici, più coinvolgenti in assoluto: Valerio Mastandrea. Un mito. Attore fatto di carne, attore vero, divertente, strafottente, intrigante nei suoi personaggi ma anche drammatico. E' uno di casa che nei film porta un pezzo vero della romanità e della reale condizione di chi ha vissuto una vita tra il normale e l'accelerato. Da "Velocità Massima" a "Gli Equilibristi" il riassunto della sua camaleontica abilità è infinito.

A metà tra il primo e il secondo (che non saprei dove altro mettere) è un altro mostro di trasmissione di realtà assoluto, un altro di quei formidabili uomini che come l'acqua si adattano al loro personaggio contenitore riempiendone ogni minimo antro: Alessandro Gassman. Dallo spot al teatro, uno così ti fa vivere in 4D il personaggio e tutta l'ambientazione.

Secondo posto senza dubbio a Pierfrancesco Favino. La sua faccia rassicurante si trasforma in un volto inquietante in un secondo. Conosciuto su "Da Zero A Dieci" e poi "Romanzo Criminale", anche lui un vero interprete della vita così com'è. Per non parlare di "A.C.A.B." in cui tutto e tutti spariscono di fronte a quella incredibile descrizione.

Terzo posto a quello che la prima volta che l'ho visto mi ha lasciato fermo e immobile a soffrire dentro le ansie di un uomo combattuto che si autoconvince vino all'ultimo e poi si abbandona alla sofferenza assoluta: Filippo Nigro. Conosciuto in "La Finestra Di Fronte" e purtroppo non molto seguito. Anche lui come tutti gli altri è uno di noi, uno che mette uomini veri dentro i personaggi.

Al quarto posto, a chiudere il poker delle "bestie vere" che mi fanno sentire proprio un pezzo dei personaggi ci metto quel coatto di Ricky Memphis. Sempre recitato con accento romano ben presente ma sempre fatto passare quella realtà viva che interpreta e subisce o forza nei personaggi. Da "Ultrà" (a 22 anni) fino a fiction come "Distretto Di Polizia" o "Il Branco" sa essere il cattivo, il buono, la guardia e il ladro. Troppo divertente in "L'ultimo Capodanno" di Marco Risi (tratto da "L'ultimo capodanno dell'umanità" di Ammanniti) che dopo aver letto il libro mai avrei pensato di trovare come attore!

Al quinto posto non posso non mettere uno di quelli che negli anni ottanta e novanta (un po' come tutti gli altri visto che quelli furono gli anni in cui crescendo mi facevo le ossa) è partito dal mito se vogliamo "tradizionale" di ogni adolescente per arrivare a decine di altre sfumature in seguito: Kim Rossi Stuart. Un karateka all'italiana che poi è stato in grado di diventare qualsiasi altra icona. Bello, gelido, irresistibile (poster di mia sorella in camera all'epoca...).

A seguire non ho più la stessa lucidità di selezione per fare una graduatoria specifica. Metto con piacere tra i miei preferiti un Giorgio Tirabassi per la sua simpatia e capacità di resa (anche lui in "L'ultimo Capodanno" dove tra l'altro anche Pappalardo è troppo azzeccato e divertente). Conosciuto più per la presenza in tv che per il cinema mi piace per l'estrema semplicità e linearità. Metto con orgoglio anche Claudio Santamaria e Antonello Fassari perchè senza dubbio sono attori coinvolgenti. Santamaria ha proprio il volto di chi sa trasmettere foga, disperazione, rabbia e doppiogioco, Fassari sa far ridere ma allo stesso tempo inquietare. Anche Elio Germano dalla sua giovane età è stato in grado di trasmettermi da subito il pieno delle emozioni dei suoi personaggi.

Per ultimo ma non certo perchè meno capace di trasmettere ma forse perchè un po' più inflazionato metto quel bellone di Raul Bova. Non lo considero uno dei nostri migliori attori ma senza dubbio è un grande interprete anche lui della realtà. Forse troppo bello e troppo presente nei gossip per essere preso così com'è ma decisamente un grande trasmettitore della realtà in cui si inserisce.

Questi quelli che "al volo" mi sono venuti in mente, quindi quelli che più mi sono rimasti impressi. Sia chiaro... attori italiani contemporanei e quasi miei coetanei e soprattutto come è ovvio, ho preso quelli più simili a me per diversi aspetti. Ho volutamente lasciato fuori i mostri assoluti della storia del mondo tipo Giannini, Proietti, Manfredi, Verdone eccetera... quelli non mi permetto nemmeno di fare commenti!

Beh, buona visione!
















martedì 5 febbraio 2013

ovvietà part 1

Scoprire ovvietà è sempre la cosa più divertente. Perchè si dice che un disco è "GETTONATO"??? Deriva dall'abitudine di chi inseriva il gettone nel juke-box per ascoltare un disco particolarmente gradito, quindi molti gettoni per un disco che raccoglieva alto gradimento del pubblico. Ovvio. Da qui il termine esteso a tutte le scelte del pubblico.

Soldi

Esistono i soldi. Al mondo. Non possiamo ignorarli. Possiamo solo rifiutarli.

sabato 2 febbraio 2013

qualcosa. Parte 01.


Per qualche motivo non ho mai avuto paura dei momenti difficili. Probabilmente l'esperienza di vita mi ha insegnato molto presto a distinguere ed affrontare il senso di fatica fisica piuttosto che il senso di affaticamento spirituale. Se mi guardo dentro, se mi guardo fuori, se mi cerco nelle persone che mi circondano, so con certezza di essere un uomo comune, un uomo con una lunga serie di limiti ma allo stesso tempo anche un uomo che, come molti altri, può vantare quei pregi e quelle espressioni di forza che spesso si nascondono dietro all'umiltà. So con certezza di essere vittima del mio umore, della mia stanchezza, dei miei desideri, così come so con certezza che cado spesso ai piedi della prepotenza, della cattiveria, dell'arroganza esterna. Ogni giorno, ogni quarto d'ora, ogni minuto pendo da un lato o dall'altro, un attimo di gloria e di sorriso, l'attimo dopo è delusione e sconforto. Ogni giorno corro metà giornata nell'erba fresca della mia voglia di viviere e l'altra metà nel fango del contrasto degli ostacoli. Per qualche motivo non ho mai avuto paura dei momenti difficili. Tutto questo alternarsi di emozioni, di fatica, di successo, di amore, di passione, di odio, di rabbia, di analisi è solo nulla più che la naturale vita che germina dentro ogni uomo e dentro di me. Non mi nasconderò mai, non nasconderò mai le mie paure e le mie debolezze, mai nasconderò il mio lato umano. Chi appare sempre forte è solo un bugiardo. Chi pensa di poter vincere sempre è solo un illuso. Chi pensa di essere migliore è solo ridicolo. Per me questo è solo l'inizio.

lunedì 28 gennaio 2013

Christoph Waltz

Gli attori dei grandi film di Hollywood sono tanti, sono bravi e molti si confondono nel grande calderone. Ma tra i tanti attori di questo periodo ce n'è uno che è a dir poco mostruoso. Christoph Waltz è un mostro assurdo. Genera sensazioni vere.
Stima infinita.

giovedì 24 gennaio 2013

emulazioni

Abbiamo imparato a ricostruire le parti del corpo, abbiamo imparato anche a modificarle. Coloriamo i nostri capelli (...i vostri), curiamo e ricostruiamo denti, ossa, legamenti. Possiamo riprodurre il sapore e l'aroma di qualsiasi cibo, bevanda e frutto dentro una caramella, dentro un sapone. Siamo capaci di inventare odori e profumi. Possiamo cucinare cibo liofilizzato. Possiamo far crescere frutta e verdura modificandola come preferiamo. Giochiamo con i simulatori di volo, di corse automobilistiche. Abbiamo iniziato anche a fare l'amore con corpi sintetici, oggetti che riproducono le nostre parti del corpo preferite. Persino io ora ho una sigaretta elettronica! Tutto riproducibile in provetta, in laboratorio. Cibo, svago, piacere, bambini (che poi nascono davvero).
Uno dei sogni più grandi dell'uomo infine è quello di poter innestare memoria nel cervello per inventare anche ricordi ed emozioni complesse.

Perchè?
Perchè correre dietro a simili emulazioni di realtà? Perchè essere avatar invece che essere veri?
Perchè?

giovedì 17 gennaio 2013

disclosure


You left my heart out
When the rest of me is down
You, you enchanted me, even when you are not around
If there are boundaries, I will try to knock them down
I’m latching on they
Now I know what I have found
I feel you close enough
I wanna latch in your love
I think we’re close enough
Cuz I latch when you’re mine
Now I got you in my space
I won’t let go with you
What you shackle in my embrace
I’m latching on you
Now I got you in my space
I won’t let go with you
What you shackle in my embrace
I’m latching on you
I’m so encaptured, got wrapped up in your touch
Feel so enamored, hold me tighter then your clutch
How do you do it, you got me losing every breath
Why did you give me to make my heart bleed out my chest

I feel you close enough
I wanna latch in your love
I think we’re close enough
Could I latch in your love, baby
I feel we’re close enough
I wanna latch in your love
I think we’re close enough
Could I latch in your love, baby
Now I got you in my space
I won’t let go with you
What you shackled in my embrace
I’m latching on you
Now I got you in my space
I won’t let go with you
What you shackled in my embrace
I’m latching on you
latching on you
I won’t let go with you
(I won’t let go)
latching on you
I won’t let go with you

mercoledì 9 gennaio 2013

Ludovico

Alla musica serve l'aria. L'aria vibra e propaga le onde sonore. Non è proprio così elementare ma quasi. Anche i pensieri riescono a propagarsi nell'aria.




Ci sono delle volte in cui pensieri e onde sonore vibrano nello stesso istante, nella stessa direzione, con la stessa intensità, con la stessa passione, con la stessa forza, con lo stesso impeto. Ci sono alcuni momenti in cui la musica ed i pensieri corrono sugli stessi binari dell'aria. Sembrano addirittura scambiarsi degli sguardi di complicità. Sembrano



addirittura




scambiarsi dei suggerimenti.
Forse non sembra ma è proprio così.


Credo che quei momenti siano musica. Credo che quei momenti siano musica per chiunque riesca a correre con loro. In quello stesso istante, in quella stessa direzione, con quella stessa intensità, con quella stessa passione, con quella stessa


forza, con quello stesso impeto.

Credo che la musica sia fatta d'aria che respiriamo. Credo che la musica entri dentro le cellule del nostro corpo. Senza musica saremmo nulla. Credo che l'aria sia fatta di musica. Senza musica, senza aria che ci vivono e ci fanno vivere saremmo nulla.






Nulla.