lunedì 2 settembre 2013

La Legge è (più o meno) Uguale Per Tutti

Bloggare sul concetto dell'inesistenza di una reale manifestazione o applicazione della giustizia superiore ad ogni essere vivente è inutile, anacronistico, noioso, banale e pure poco furbo. Infatti non lo farò. Bloggare sul concetto dell'inesistenza di una reale manifestazione o applicazione della giustizia superiore ad ogni essere vivente in questo frangente (per non dire periodo) di storia italiana poi è ancora più inutile, anacronistico, noioso, banale e decisamente non furbo. Diciamo che la faccenda ridicola di Berlusconi ha monopolizzato i media, massacrato un vasto numero di organi riproduttivi maschili e gettato, agli occhi degli osservatori internazionali, tonnellate di spazzatura sul popolo italiano. Nessun commento in merito farò in questa sede se non esprimere velocemente che ritengo penoso anche solo che si sia discusso di fare eccezioni in merito al suo allontanamento dalla scena politica del paese.
Quindi visto che bloggare sul concetto dell'inesistenza di una reale manifestazione o applicazione della giustizia superiore ad ogni essere vivente è quello che non ho intenzione di fare, vorrei solo soffermarmi un istante su quello che potrebbe essere il motivo, o uno dei motivi, per cui la giustizia teorica non trova praticamente mai applicazione nella vita e nella società degli uomini. Tutti noi possiamo essere osservatori ed in certi casi, rimanendo qualche istante fermi a pensare, possiamo sviluppare delle teorie. Farò questo... Faccio questo: Teorizzo sul più e sul meno. Teorizzo per puro diletto personale. Trovo sciocco sprecare riflessioni senza concedere loro un minimo di importanza o la possibilità di rendermi un pochino più evoluto di uno scarafaggio che reagisce agli stimoli.

Perché la legge che gli uomini si sono sempre sforzati, si sforzano di scrivere, sembra essere solo un buon proposito e nulla più? Perché gli uomini hanno sempre parlato e parlano di leggi e di giustizia come concetti astratti, relegandoli in quei polverosi scatoloni mentali che parcheggiano insieme a speranze e sogni che nessuno ha mai realizzato? Perché la cultura popolare insegna proverbi tipo "San Giusto è morto impiccato"? Perché i giusti sono da sempre martiri? Perché non si scardina in nessun modo questa potenza che combatte e vince da sempre, che inesorabilmente sconfigge la giustizia?

La mia riflessione:

La risposta a tutte queste domande è semplice. La risposta a tutte queste domande è semplice e tutti la conoscono. La risposta a tutte queste domande è semplice e tutti la conoscono, ma nessuno vuole gettare la spugna accettando che sia incontrovertibile. La risposta c'è. La spiegazione al fatto che gli uomini siano incapaci di vivere in una condizione di giustizia generale c'è ed è tanto ovvia quanto facile. 

La mia teoria:

La risposta è che la giustizia teorica, depositata nel nostro intimo intelletto, non esiste, non può esistere e quindi resta presente nella filosofia dell'uomo, come una costante, resta presente nella filosofia dell'uomo proprio perchè fa parte di quei concetti irraggiungibili che l'uomo insegue da sempre. L'uomo insegue ciò che non può raggiungere. L'uomo insegue ciò che non può raggiungere, ciò che idealizza. L'uomo arde dentro di un fuoco infernale, alla ricerca di tutto ciò che non trova a portata di mano per saziare quella fame e quella sete di supremazia. 
L'uomo è l'animale alla conquista del mondo che ha sempre dimostrato avidità, quell'animale innaturale, quell'animale sovrannaturale che riesce a ribellarsi alle basiche leggi della natura, quell'animale superiore per ingegno a tutti gli altri, quell'animale che non si è mai preoccupato di comprendere i meccanismi che regolano i meravigliosi equilibri della natura se non per approfittarne. L'uomo è quell'animale straniero che popola la terra senza averne diritto, senza essere accettato, senza meritarlo.

Questa è la mia risposta alla domanda, alle domande, ai dubbi sull'utopia della giustizia teorica. 

Come può l'individuo umano rispettare il macrocosmo e sacrificasi nel suo rispetto, quando il proprio egoismo ne annulla l'infinito senso di maestosità per soffocarlo con la forsennata ricerca di soddisfazione di quelle necessità banali gridate dal proprio microcosmo? L'uomo non ha giustizia perché dentro al proprio spirito non ne vuole. L'uomo brama la giustizia, si batte per averla, soffere, rinuncia, muore in nome della giustizia ma solo per ostentare la propria forza. Non può esistere giustizia dentro uno spirito affamato, non può saziarsi la fame di uno spirito instabile. Non c'è meraviglia che incanti gli occhi chiusi di un uomo che vive per se stesso, per il potere di essere e mostrarsi. Non esiste meraviglia che incanti gli occhi chiusi, stretti con forza. Mai sarà giustizia nell'uomo... solo convenienza e accomodazioni.

E' il potere. Il potere che alcuni individui ricevono o si arrogano che ci rende competitivi oltre ogni forma di rispetto. Senza il bisogno di potere saremmo un grande oceano limpido che onda su onda, goccia su goccia, splende sotto la luce del sole. Il potere... ma questa è un'altra storia...



Colonna sonora:
Stardust - Music Sounds Better With You
The Supermen Lovers (feat. Mani Hoffman) - Starlight
Modjo - Chillin
Modjo - No more tears
Daft punk - club soda
Aerodynamic-Daft Punk
Robert Miles - Children
Robert Miles - Children
Nightcrawlers - Push The Feeling On (****)
Sonique It Feels so Good
Modjo - Lady (Hear Me Tonight) 
Mike Oldfield - Muse
Ludovico Einaudi.