lunedì 29 aprile 2013

La fortuna del genio


Uomini. Una vita intera, fino ad ora, la mia, alla ricerca di risposte impossibili a domande, una vita intera, fino ad ora, la mia alla ricerca di soluzioni introvabili a questioni insolute, costantemente folgoranti, sulla natura dell'uomo, sulla natura dei comportamenti dell'uomo, sulla natura del suo modo di scegliere... Da sempre osservatore attento, silenzioso, casuale, incalzante di quell'uomo che mi vive dentro, che si manifesta, che si nasconde, che vive insieme ad altri simili.
Frasi dell'infanzia che hanno sempre riecheggiato nei momenti più insospettabili della mia esistenza come "L’uomo è per natura un essere sociale" (Aristotele), "Nel mezzo del cammin di nostra vita" (Dante), "fatti non foste a viver come bruti" (Ulisse feat. Dante).
Frasi. Uomini. Frasi di uomini apparse a me. Frasi nel tempo scomparse, poi tornate, frasi nel tempo ossessive ma poi illuminati. Frasi di Uomini esistiti, frasi di uomini inventati, frasi di uomini valorosi. Frasi di uomini.

Camminare in un momento qualsiasi della giornata, solo o in compagnia, da sempre continuamente fulminato senza motivo da lampi di idee, pensieri, riflessioni, è stato il mio vivere. Mangiare, bere, dormire, ricordare ogni sogno fatto al risveglio al mattino è stato il mio vivere. Domande, frasi, uomini. Come sarebbe il mio spirito senza tutto questo? Come sarebbe il mio spirito senza le turbolenze, le inquietudini, le rivelazioni? Come sarebbe la mia vita senza i colori che vedo, immagino o fuggo? Che vita morta serebbe mai la mia, senza nessuna morte e rinascita inaspettata che le accende ogni istante l'incredibile senso di completezza??

Uomini. Una vita intera, fino ad ora, la mia, alla ricerca di risposte impossibili a domande, una vita intera, fino ad ora, la mia alla ricerca di soluzioni introvabili a questioni insolute, costantemente folgoranti, sulla natura dell'uomo, sulla natura dei comportamenti dell'uomo, sulla natura del suo modo di scegliere... scegliere poi... quella sì che da sempre è una grande domanda. Gli uomini scelgono comportamenti, oggetti, rapporti in base a quanti fattori? Quali? La scelta di essere ciò che si è ogni giorno quanto viene influenzata dalla propria personalità a sua volta soggiogata e sollecitata dall'esterno? Quanto ci può essere di autonomo in un uomo e quanto si può influenzare davvero? Quanto vero sono io e quanto mento a me stesso e agli altri? Quale sarebbe il risultato se scoprissi le percentuali e le riuscissi a modificare? Quanto sarebbe a sua volta vero tale risultato, da me volutamente modificato, se le modifiche sarebbero comunque state fatte per raggiungere un chissà quale traguardo? Domande. Frasi. Bruti... no, bruti no davvero, non possiamo essere stati concepiti per vivere come inetti bruti individui. Questo sempre sarà per me il caposaldo di ricerca. Ma quanta stupidità e ignoranza mi terranno a freno davanti alla mia ricerca di verità e risposte? Quanto limite umano genera ostacoli sulla mia strada che non posso scavalcare?

Frasi dell'infanzia che hanno sempre riecheggiato nei momenti più insospettabili della mia esistenza... altrui, mie... dette, ascoltate, scritte, subìte. Diari di frasi scritti in anni di solitudine. Diari di frasi scritti in anni di solitudine da rinnegare, da rileggere, da dimenticare, da trascrivere. Diari di frasi scritti in anni di solitudine individuale che hanno messo porzioni della mia vita dentro un vetrino da laboratorio che oggi potrei accuratamente analizzare. Servirebbe? Quanto vacuo è il tempo della nostra vita! Quanto rapido è lo svolgersi della nostra evoluzione?! Forse solo la mia. Forse solo la mia? Quanto si evolve anche quella staticità degli uomini dipinti da quel pennello dell'inutilità...!

Uomini... quanti uomini non comprendo affatto a guardarli... fermi, immobili, imbalsamati, intrappolati nella loro statua di carne morente, nel loro spirito asciutto e spento. Uomini... quanti uomini non comprendo affatto a guardarli... scarti di sé stessi, gettati via da quella loro stessa esistenza putrida, indefinibile spazzatura priva di iniziativa, imprigionata nel contenitore stagno della pigrizia e della paura, della passività e dell'ottusità.
Uomini... quanti uomini stimo e m'incantano a guardarli... fieri e saggi protagonisti della loro vita, potenti guerrieri e legionari appartenenti ad alcun esercito se non quello del loro intimo spirito sovrano, incastonati senza dubbio, nella loro interezza, nei cuori di chi ha la fortuna di viverli. Uomini... quanti uomini stimo e m'incantano a guardarli... libera energia alla continua ricerca di trasmissione del potente estro infinito, vigili e minuziosi gestori e creatori di eternità. Geni. Rinnegati. Amati. Incompresi. Studiati. Meravigliosi. Potenziali e talentuosi esempi immortali. Stelle irraggiungibili nel cielo della nostra piccolezza meravigliata.


E io...? Io sono solo io, sono tutti contemporaneamente, sono nessuno, sono entrambi,  sono la zuffa di tutti arbitrata da un giudice straniero. Io... io ridicolo presuntuoso guizzo di vita alternata, solleticato da genialità vacue, momentanee, inconcludenti e pure da altrettante disarmanti pause di spirito ripugnanti. Io... Incantevole io, deplorevole io, ciclici noi.
Uomini, frasi, osservazioni. Riflessioni. Che diavolo sarei mai io senza la mia potente duplice, molteplice esistenza fatta di attimi contrastanti, vite competitive, scelte contrarie?
A volte credo di essere solo un disgraziato visionario cervellotico spettatore dello scorrere della realtà incapace di coglierne la minima essenza, a volte credo invece di essere l'unico individuo capace di leggere i codici che la realtà cripta alla comune sensibilità, per divertirsi con enigmi e rebus.
Illuso... illuso e sciocco presuntuoso pezzo di carne senza forma.
Frasi... la prima in assoluto forse fu "Razza di deficienti" (Aasimov) ad aprire in me quel senso di eterna grandezza di visione dell'insieme.
Illuso... illuso e sciocco presuntuoso pezzo di carne senza forma.
Genio... brillante accomodatore di inaspettate e pirotecniche intuizioni tra i quotidiani meccanismi lucidati e rinnovati sequenzialmente, solo grazie al mio estro coraggioso e puro.
Ma no...! Macchè! Solo illuso... illuso e sciocco presuntuoso pezzo di carne senza forma!
Beh... I pezzi di carne senza forma pensano tutte queste cose, non credi?
Pezzo di carne con guizzi incostanti e inconsapevoli di sporadiche illimunazioni. Disse così l'arbitro del dualismo....
Frasi...
Frasi che disintegrarono la mia esistenza costruendone una nuova sulle ceneri. Frasi così:
Questa è la vita! l’ebete
Vita che c’innamora.
Lenta che pare un secolo,
Breve che pare un’ora;
Un agitarsi alterno
Fra paradiso e inferno
Che non s’accheta più!


La vita sta dentro, la vita non esiste perché esiste solo un attimo che poi non può tornare, quindi resta solo ricordo di un presente che sogna e immagina un futuro incerto.
La fortuna del genio è così incredibile che nessuno la può credere e raccontare se non il genio stesso nel solo attimo in cui ne concepisce la reale esistenza, dimenticandola l'attimo successivo, incapace di spiegarla con parole abituali...


lunedì 22 aprile 2013

che altro aggiungere?


Le lacrime di un presidente

Le lacrime di un presidente

Tutti noi abbiamo le nostre battaglie interiori. Ogni giorno, ogni minuto, anno dopo anno la nostra vita la vediamo svolgersi e spiegarsi come un foglio di carta di alluminio. Ogni piega che cerchiamo di distendere lascia un segno, una cicatrice, che nonostante tutti i nostri sforzi di stirare al meglio, rimane comunque sempre ben visibile. I segni, le cicatrici restano sul foglio di carta di alluminio che cerchiamo di distendere e rappresentano tutti i nostri sbagli rimasti per sempre indelebili nella nostra coscienza. Essi restano monito per noi che cerchiamo di non farne altri, essi restano anatema davanti alla nostra paura di ricadere in errore, essi restano purtroppo ricordo e ferite a volte incancellabili, da parte di chi da tali sbagli subisce torti o danni da parte nostra. Solo i più aridi individui non fanno caso al gran numero di cicatrici che lasciano lungo il cammino della vita ma, sono certo che in qualche modo anche i più aridi a volte ne restano sorpresi, rattristati, colpiti, comunque inesorabilmente, prima o poi, vittime.

Questo è solo un aspetto di quello che dentro ogni controverso spirito umano muove i pensieri, le mani, le forze degli individui. Questo è solo un aspetto di quello che dentro ogni controverso spirito umano muove i pensieri, le mani, le forze di tutti gli uomini, presidenti compresi. Questo è solo un aspetto di quello che dentro ogni controverso spirito umano muove i pensieri, le mani, le forze di tutti gli uomini, presidenti, leader, poveri, emarginati, inetti compresi. Me compreso quindi. Te compreso quindi.

Oggi il Presidente della Repubblica Italiana ha giurato (per la seconda volta) lealtà e fedeltà al paese, ha giurato davanti al popolo, alla bandiera, alla classe politica, alla classe di disperati in continuo istinto suicida: fedeltà, rispetto, garanzia al paese. Ha giurato il Signor Presidente tante cose bellissime, tante cose che ogni uomo d'onore dovrebbe giurare ogni minuto della propria vita a prescindere la propria carica istituzionale o dalla propria condizione sociale. Ha giurato il Signor Presidente. Ha giurato con il nodo in gola. Quello stesso nodo in gola che ognuno di noi si sente stringere ogni minuto della propria vita quando si trova davanti alla necessità di decidere chi essere, cosa essere, se essere, dove andare. Il bivio che abbiamo davanti ogni minuto della nostra vita ci fa una paura fottuta e troppo spesso decidiamo di prendere la strada più facile per non sforzaci di vedere con occhi lungimiranti. Forse il Presidente stavolta ha preso la strada più difficile.
Giorgio Napolitano è stato in un certo senso acclamato da tutti a restare il capo della nostra Costituzione, del nostro Paese, della nostra moralità, dopo essere stato sbeffeggiato, insultato, criticato e nonostante tutto dopo essere stato uno dei capi di stato italiani messo più a dura prova, superando difficoltà molto ardue. Forse lo abbiamo acclamato perché talmente avevamo paura di quale "peggio" potesse succedergli che abbiamo preferito la "strada vecchia" alla nuova. Ma Giorgio è solo un uomo come tutti noi, in quelle parole spezzate dalla commozione sicuramente c'è molto pentimento per quelle sue scelte fatte nel passato basate sull'egoismo: plausibili (sia le scelte che le lacrime). In quelle parole spezzate dalla commozione sicuramente c'è molto pentimento per quelle scelte fatte nel passato basate sugli accordi nascosti, sui sotterfugi della politica italiana, incancrenita nei convenevoli saluti di quei malavitosi mascherati da santi e salvatori. In quelle parole spezzate dalla commozione sicuramente c'è molto pentimento per quelle scelte fatte nel passato basate sulle imposizioni di uomini o situazioni che nella vita a volte non consentono di decidere in libertà.
Le sue parole spezzate dalla commozione sono senza dubbio la constatazione di tutte le cicatrici rimaste sul suo foglio di carta d'alluminio che pur steso a forza con le mani, resta unto, viziato, sporco, sbagliato. Ma così come credo che anche i più aridi possano redimersi e Giorgio non è certo uno dei più aridi ma anzi, rischia di essere uno dei più meritevoli, voglio prendere parte al disegno di rinascita del paese che le sue lacrime hanno rinvigorito. Così come la mafia, la malavita in tutte le sue forme, l'egoismo, la cattiveria partono dalla brama di potere di un singolo che assolda legioni di uomini senza morale, vorrei allo stesso modo essere il singolo elemento di rilancio, di esempio, di rinascita che assolda legioni di indecisi o di volenterosi per riempire goccia a goccia il mare desertificato. Forse questo ingenuamente ho capito dalle lacrime del presidente. Erano esse le stesse lacrime dei figli, dei nipoti, degli amici. Lacrime di un uomo. Non credo esistano lacrime versate per egoismo, le lacrime sono sempre sintomo di rimpianto per delusioni che altri soffrono per causa nostra.

Eppure… eppure io dopo tanti anni di prese in giro, di parole buttate al vento, di delusioni, di aspettative inghiottite dal vuoto, non ho ancora smesso di sperare nella conversione dell'individuo. Il presidente Napolitano così come l'ultimo dei contadini più umili, possono allo stesso modo dimostrare lealtà al paese, alla famiglia, alla natura. Giorgio invece di andare a vivere in pace con tutti i soldi guadagnati dopo una vita di attiva lotta politica, se pur inquinata da varie ed eventuali chiacchiere o compromesse gesta, comodi consensi, varie omertà, ha deciso lo stesso di restare in nome di una lealtà aleatoria ma allo stesso tempo concreta. Nutro comunque rispetto per chi resta in trincea anche quando la guerra sembra persa. Alla sua età credo che poche persone, pochissime, sarebbero rimaste a mandare giù merda rinunciando alla pensione d'oro da godersi chissà dove nel mondo. Gli uomini hanno diritto ad una seconda possibilità, gli uomini hanno diritto di decidere, gli uomini hanno diritto di ripensarci. Gli uomini hanno sempre il diritto di mostrare le cicatrici accumulate per tentare di non farne fare altre ad altri uomini. Gli uomini hanno diritto di accartocciare del tutto il loro foglio di alluminio davanti a tutti per ricominciare anche nell'ultimo giorno di vita.

Io quello che spero è soltanto che da qualche parte nasca il germoglio della coerenza, della positività, della voglia di costruire per gli altri e non solo per il proprio inutile e fine a sé stesso ego. Io sarò goccia che cade nel mare desertificato, io sarà lacrima che rinvigorisce il disegno di rinascita, io sarò uomo anche quando uomini non ci saranno più. Le lacrime del presidente sono le lacrime di ogni uomo che capisce qualcosa di profondo e vanno rispettate e credute.



dal passato una nota di faccialibro


 L'arte di saper accontentare

L'arte di saper accontentare è come un ballo armonioso alternato da un passo avanti e uno indietro,  che segue un ritmo incostante tra l'umore proprio e la gioia altrui. Un ballo sinuoso, senza tregua, che muove due o più corpi come onde del mare che avanzano e poi arretrano. L'arte di saper accontentare è una scienza complessa fatta di passi cedevoli e avanzate decise. L'arte di saper accontentare è viva grazie alla curiosità e alla pazienza, grazie all'astuzia e alla comprensione. L'arte di saper accontentare coinvolge tutti i partecipanti, sia chi propone che chi riceve.
In sostanza l'arte di accontentare è fatta da un "non rompere il cazzo aspetta un minuto" e un "grazie apprezzo molto, per ora sto bene".
Dedicato a tutti quelli che credono di essere il centro del mondo, quando non possono essere che una particella microscopica di un grande movimento continuo.


Trovata una vecchia nota scritta su Facebook il primo novembre 2011... ahhahaha sono sempre lo stesso! :D

sabato 20 aprile 2013

Get Lucky

L'aspettativa non era bassa, l'aspettativa non era nemmeno alta. L'aspettativa era infinita. Ma non potevano non raggiungerla né tantomeno non superarla. Credo che Get Lucky sia oggi un disco in perfetto stile Daft Punk al cento per cento, puro come l'oro, perfettamente attuale nella sua natura ma allo stesso tempo incredibilmente tradizionale. Non riuscivo a credere che quei due "stupidi teppisti" fossero riusciti a stupirmi di nuovo. Il basso, la cassa, le parole, gli effetti. Tutto al posto giusto. Quei due maledetti senza faccia hanno la genialità nel loro DNA, hanno l'eterno tocco inconfondibile anche quando toccano qualcosa di nuovo. Mi sembra di ascoltare un disco nuovo così come l'ho ascoltato quando ho scartato Homework. Non è Da Funk o Around The World ma loro non hanno mai avuto necessità di bissare le produzioni precedenti perché hanno sempre fatto qualcosa di nuovo che allo stesso tempo ha comunque stupito tanto quanto prima. Ho solo una parola da dedicare a Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter : GRAZIE. Grazie anche a Pharrell in questo caso, superbo interprete.


venerdì 19 aprile 2013

Noi Tre

Anche questa mattina Noi Tre ci siamo svegliati. Abbiamo cominciato a ragionare su un paio di cose, Noi Tre. Io, l'alias e l'arbitro siamo conviventi, amanti, nemici. Cercheremo anche oggi, Noi Tre, di tirare fuori qualcosa di buono dalle nostre diatribe continue.

venerdì 5 aprile 2013

Stelle


Le stelle brillano. Le stelle si mescolano, si nascondono, si rincorrono. Le stelle ci innamorano, ci stupiscono, ci colorano di misteri. Le stelle ci guidano, ci insegnano, ci puniscono. Le stelle sono da sempre quel sogno fatto di luci nel buio che attira la curiosità di uomini e anche di animali. Non credo che qualcuno al mondo riuscirebbe ad immaginare come sarebbe stare senza stelle. Almeno una volta nella vita anche il più arido e insensibile essere vivente ha speso qualche minuto ad ammirare lo spettacolo infinito che le stelle ogni notte ci regalano, senza chiedere niente in cambio. Puntuali.  Le stelle sono il simbolo della meraviglia, da sempre paragone incontrastato di bellezza, splendore, mistero, fascino, infinito.
Stelle dai nomi divini, dai colori più diversi, dalle distanze incalcolabili, dalle dimensioni inimmaginabili. Ricordo il cielo della Puglia di vent'anni fa, da bambino, talmente nitido e puro che sembrava un altro cielo rispetto a quello offuscato della metropoli. Ricordo il cielo del deserto del nord Africa, nero come la pece. Ricordo il cielo di ogni posto che ho visto perché mai una volta ho rinunciato ad alzare lo sguardo per ammirarlo. Ho sempre sognato di riconoscere le costellazioni, a parte quelle facili e tradizionali che tutti conoscono. Ho sempre sognato di capire le vie che gli uomini hanno sempre usato seguendo i passi che le stelle disegnano in cielo così come sulla terra o in mare. Ho sempre sognato guardando quelle stelle che brillano. Sogno ancora oggi, ogni sera guardando le stelle brillare. Sogno che da quelle stelle un giorno arrivino omini simpatici ad insegnarci un po' d'educazione. Sogno che un giorno le nostre auto di tutti i giorni possano volare fino alla Luna per prendere un caffè o una birra, con vista Pianeta Terra. Sogno anche di assistere ad una di quelle esplosioni lontane che si verificano ogni mille milioni di anni. Mi domando come facessero i popoli che vivevano migliaia di anni fa a conoscere così bene quelle stelle che ancora oggi, con tutta la nostra tecnologia (se così possiamo chiamarla) ancora restano misteri. 
Le stelle brillano. Le stelle hanno sempre brillato e sempre brilleranno, anche quando la nostra specie sarà estinta e quella successiva anche. 
Le stelle saranno sempre uno dei più grandi e spettacolari misteri per me, per noi, ma anche una delle più affascinanti e meravigliose certezze. 
La mia preferita è Betelgeuse, la seconda per luminosità, ma come se fosse la prima perché essendo Sirio la più luminosa ed essendo in realtà composta da tre corpi celesti ravvicinati e non uno, mi sembra che bari, quindi Betelgeuse è la più luminosa e la mia preferita!